PER NON DIMENTICARE I MORTI AMMAZZATI DAI TERRORISTI DI STATO,
NAZIONALI E STRANIERI - Era il 1° maggio 1947, quando, in località
limitrofa a Piana degli albanesi (PA), mentre si festeggiava la Festa
dei lavoratori, un commando già organizzato di forze estremiste
paramilitari e di stampo nazi-fascista (con la supervisione e sotto la
regìa occulta della rete spionistica OSS anglo-americana)
fece irruzione in campo aperto e, con lancio di bombe e mitra spianati,
sparò all'impazzata sulla folla festante di lavoratori e contadini
inermi. Caddero a terra in un bagno di sangue, uomini e donne, tra cui
anche dei bambini. Il bilancio delle vittime fu di 11 morti e una
trentina di feriti...
DIVERSI FATTORI POLITICO-AFFARISTICI CONTROVERSI DECISERO IL VILE
MASSACRO - Non era stata ancora inaugurata la Repubblica italiana, quasi
a voler impedire la nascita della stessa, nonostante fosse sorta e
maturata col voto democratico del popolo italiano. Poche settimane prima
della strage, si tennero le elezioni regionali in Sicilia, nelle quali
il "Blocco del popolo" (la coalizione delle forze di sinistra) vinse
superando in percentuale il partito della democrazia cristiana e altre
liste monarchiche e di destra. Ovvero, quelle che io definisco, le "3
sorelle di regime"... Da qui si evince, la prima "prova generale" - del
"blocco dei conservatori" contro le "forze progressiste" del Paese -
che anticipò la cosiddetta "strategia della tensione" e le successive
stragi di Stato degli anni '70 e '80 del secolo scorso.
Gianfranco Tauro
Nessun commento:
Posta un commento