sabato 24 dicembre 2016

IL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU APPROVA RISOLUZIONE CONTRO ISRAELE QUALE STATO OCCUPANTE E COLONIZZATORE IN CISGIORDANIA E PALESTINA

A New York passo importante per il processo di pace in medio-oriente

Il 23 dic. 2016 con 14 voti a favore (solo Usa astenuti) è passata la richiesta che obbliga Israele ad abbandonare i territori palestinesi da esso occupati e colonizzati. 

Nella risoluzione è scritto: gli insediamenti "costituiscono una flagrante violazione del diritto internazionale e un grande ostacolo per costruire la soluzione dei due stati, così come una pace giusta, duratura e completa".

Per questo risultato importante, grande merito va riconosciuto all'Egitto promotore di un documento nel quale si legge: Israele deve "immediatamente e completamente cessare tutte le attiività di insediamento nei territori palestinesi occupati, compresa Gerusalemme Est..."

Gianfranco Tauro

sabato 17 dicembre 2016

I MIEI AUGURI DI BUON COMPLEANNO A J.BERGOGLIO

AL  CHIERICO REGOLARE
DELLA COMPAGNIA DEI GESUITI
S.E. JORGE MARIO BERGOGLIO
VESCOVO DI ROMA
Alias PAPA FRANCESCO


S.E.R.ma, J. BERGOGLIO,

Oggi 17 dic. ricorre il giorno del suo compleanno. Mi permetta di inviarLe i miei più fervidi auguri per lo spegnimento delle sue 80 candeline. So che Lei è scaramantico (non dovrebbe esserlo in virtù del ruolo che ricopre) ma avendo io rispettato il giorno esatto di invio degli auguri, sto con la coscienza a posto; cosi che non le porto “iella” e di conseguenza, per dirla nella sua pronuncia – non essendo tra coloro che hanno anticipato i tempi – non faccio parte della schiera dei “gettatori”.

L’occasione mi è data altresì per farLe doppiamente gli auguri per il suo nuovo “incarico istituzionale”: avendo Lei varcato l’altra sponda del Tevere, nell’assoggettarsi la “presidenza dell’ANCI”, dato che ho saputo, si è reso di recente promotore di svariate lettere indirizzate a tanti sindaci d’Italia…

E nel rinnovato clima di ottimi rapporti tra Stato e Chiesa, non mi stupirei affatto se, ancorchè a parti invertite - chissà - magari ci troveremo prossimamente il presidente Mattarella ad assumere il ruolo di “presidente della CEI“. Ciò in quanto, per non essere da meno a Lei, lo stesso Mattarella potrà inviare altrettante lettere ai vescovi italiani, in direzione delle varie diocesi dislocate sul territorio italiano.

Gianfranco Tauro

venerdì 16 dicembre 2016

ESCE ALLO SCOPERTO E SI MATERIALIZZA FORMALMENTE  IL “PATTO GENTILONI”.  A PERENNE RICORDO

A distanza di un secolo, Il presidente cattolico Sergio Mattarella riporta l’Italia nell’era giolittiana.

“AD PERPETUAM REI MEMORIAM” E fu cosi che in grande spolvero e non più in via informale, rivede la luce in questi giorni in Italia, l’accordo politico secolare tra cattolici e liberali…: una prassi oramai consolidata della noiosa “politica all’italiana”, sperimentata e sancita nei primi anni del ’900 dopo la fine del “non expedit” a suo tempo decretato da papa Pio IX…

PALAZZO CHIGI E DINTORNI - A porre il sigillo di questo accordo di collaborazione, rivisitato e rielaborato secondo gli schemi politici contemporanei - a parti invertite - il presidente della Repubblica ( Ufficio UPIC ) S. Mattarella a “vestire i panni”  del fu papa Pio X. Con la differenza di quest’ultimo, il quale nel 1909, pose il conte Vincenzo Ottorino Gentiloni alla guida della UECI (Unione Elettorale Cattolica Italiana) con il compito assegnatogli di  far candidare alle elezioni politiche, quanto più cattolici possibili nelle liste liberali di Giovanni Giolitti. Mentre lo stesso Mattarella, con la nomina recente di Paolo Gentiloni (discendente della famiglia del suddetto conte) a presidente del Consiglio dei ministri, il compito di traghettare (“teoricamente”) - in vista di nuove elezioni politiche e dopo l’approvazione di una nuova legge elettorale - il governo uscente del dimissionario premier Matteo Renzi. Scenari per molti aspetti diversi (anche se non tanto sul piano dei trasformismi ) in due epoche storiche in cui:-

1)  la prima ha segnato la stagione politica pre-fascista prima del ventennio mussoliniano;
2) la seconda - quella attuale - sopraggiunge dopo la stagione governativa liberal-inciucista del ventennio berlusconiano/berlusconista…

Ma a che pro io mi chiedo? Vabbe' che noi italiani siamo tacciati di essere un popolo di “gentili” (il che già ci pone secondo i benpensanti, su una posizione di parziale subalternità) ma che addirittura adesso diventiamo improvvisamente “gentiloni”, mi sembra un po' troppo… La riaffermazione formale di tale Patto, a distanza di un secolo, siglato nottetempo in maniera cosi plateale e in un momento storico in cui l’Italia stava trovando il bandolo della matassa e per di più si stava risollevando a livello europeo, recuperando terreno utile e fertile su vari temi ricorrenti, in confronto e nei rapporti multilaterali con gli altri Stati membri della Ue. Quale senso logico in questa scelta di ripiego e di Palazzo, inopportuna e controproducente agli interessi del nostro Paese ha ispirato quei vertici dello Stato, verso una soluzione politica che, seppur temporanea (almeno me lo auguro) si profila probabilmente di rivelarsi un’opzione tanto dannosa quanto autolesionista e priva di spessore… E lo si nota in tutta la sua evidenza. Una vera miopia politica senza una visione lungimirante, stante che, l’epoca attuale (con la caduta delle ideologie, purtroppo, e quindi laddove sono persino assenti gli infondati presupposti) non ricalca benché minimamente il contesto politico-ideologico del secolo scorso, rispetto al quale tra i quadri dirigenti ed esponenti politici nazionali, non vedo né un Romolo Murri della situazione sul fronte cattolico, né un’avanzata socialista sul fronte laico… Ed allora smettiamola con i soliti beceri trasformismi e si abbia il coraggio di fronte alle difficoltà nel sapersi assumere ciascuno le proprie responsabilità, tra gli attori in campo sul piano politico-istituzionale e senza infingimenti…

LE DIMISSIONI INTEMPESTIVE DI MATTEO RENZI - Preso atto delle dimissioni del premier uscente, dal mio punto di vista, valuto intempestiva tale scelta di Renzi. Quest’ultimo avrebbe potuto e dovuto traghettare lui e non Gentiloni l’Italia ancora per altri 2-3 mesi, con senso di responsabilità, pur senza farsi condizionare a priori da alcuno nel gettare la spugna in anticipo; se non dopo avere fatto approvare in Parlamento una nuova legge elettorale per andare tutti al voto elettorale in primavera prossima ventura. Nella mia memoria non ricordo di precedenti rimpasti di governo, secondo cui, ancor prima che saltasse qualche poltrona ministeriale, uscisse di scena il primo ministro…

SULL’ESITO DEL REFERENDUM COSTITUZIONALE  - Premesso che,  Il mio giudizio dopo il responso sull’ultimo quesito referendario: - in primis il rispetto,  che si deve, seppur dopo l’esito negativo,  per tutti gli elettori che si sono espressi per il NO. Dunque, Viva la democrazia! Pur tuttavia, per quanto il quesito esprimesse dei limiti sostanziali, affinchè si potesse parlare efficacemente di incisive riforme istituzionali, la mia personale opinione è quella per cui, si è persa una buona occasione per aprire una prima fase di riforme (indispensabili ) se al posto della vittoria del NO, vi fosse stata una netta prevalenza per il SI, a parti invertite in percentuale. Cosi non è stato purtroppo per una pronta Rinascita di progresso per l’Italia e mi dispiace molto che una buona fetta di elettori (quel 20% di indecisi fino all’ultimo giorno prima del voto) che si sono fatti influenzare dal BLOCCO DEI CONSERVATORI (le fazioni del NO) piuttosto che seguire la via progressista del BLOCCO DEI RIFORMISTI (il 40% del fronte del SI)…. Peccato! Speriamo in meglio per una prossima occasione, se questa è servita mi auguro a far riflettere gli elettori italiani a non farsi prendere dalla pancia di fronte alla propaganda elettorale fine a se stessa e alla demagogia imperante che regna incontrastata, tra le forze politiche e in tutto il suo contesto che ruota attorno.

Gianfranco Tauro

lunedì 5 dicembre 2016

SPORT CALCIO, REGGINA: ZEMANLANDIA NON E' DI CASA A REGGIO...PURTROPPO PER NOI.

CALCISTICAMENTE PARLANDO - Se bastasse a ereditare il cognome di cotanto padre per riportare la Reggina a prestigiosi successi e traguardi che meriterebbe di raggiungere, a quest'ora dormiremmo sugli allori... Con tutto il rispetto che si deve al figlio d'arte, bisogna ammettere onestamente ed obiettivamente, che Karel non è sinonimo di Zdenek (sebbene il nostro sia omonimo del mago del cinema ceco) e il 4-3-3 del primo non rispecchia affatto sul campo, il 4-3-3 del secondo: ovvero quel modulo tattico con cui il profeta della zona, ha rivoluzionato la storia del calcio italiano. Il gioco a zona di stampo zemaniano - quello doc genuino per intenderci - richiede genialità innata, spregiudicatezza, creatività e maestria d'arte. Tutte doti e requisiti professionali che al momento, mister Karel, non ha dimostrato di possedere. E malgrado le tiratine di orecchie di Zeman senior (per l'occasione presente ieri l'altro allo stadio Granillo ad assistere alla gara Reggina-Foggia) riservate al figlio Karel, non siano state sufficienti evidentemente, a sortire una vittoria che sia una, degna del padre: lo stesso Zdenek collezionista storico di vittorie strepitose, promozioni e calcio spettacolo in tanti anni di gloriosa e brillante carriera da allenatore.

Di contro, benchè giovane ed inesperto, Zeman jr, malgrado suo, ritrovandosi improvvisamente catapultato dalla serie D dilettanti in Lega Pro, ha manifestato ovviamente, nella categoria superiore, tutti i suoi limiti tecnico-tattici. A prescindere dalle attenuanti legittime e generiche, per cui - a seguito della riammissione nei campionati professionistici - e non è certo colpa sua, se la compagine amaranto è stata costretta ad iniziare in ritardo la preparazione precampionato... Mettiamo pure un organico di calciatori allestito in tempi record alla meno peggio, tali a non sopperire alle tante carenze tecniche, sommate a tante altre vicissitudini di altra natura, relative alle strutture di impianti sportivi negati ingiustamente a società e squadra per diversi mesi...

Tuttavia, a conti fatti, dopo tre mesi e più dall'inizio del campionato, giunti quasi alla fine del girone di andata, con la Reggina immischiata in piena zona play-out di retrocessione, è inammissibile dover constatare il fallimento di mister Karel, del quale sono rimasto alquanto deluso. Sebbene inizialmente, per certi versi non mi era dispiaciuto affatto sul piano tattico, mister Karel, si è perso strada facendo... E non c'è alibi che tenga, in quanto al di là delle suddette attenuanti e di un organico incompleto, soprattutto carente di qualità ed esperienza nel reparto di attacco, lo stesso Zeman jr, non ha certo brillato in creatività e soluzioni tattiche alternative, per le quali la bravura di un allenatore si vede e sta proprio laddove riesce ad ottenere risultati e vittorie seppur in assenza di calciatori di ruolo all'altezza del compito loro affidato. Zdenek Zeman docet, lui "pietra filosofale" dotato di inventiva nel saper creare schemi magici, micidiali e vincenti. Cosa ha appreso di tutto ciò il figlio Karel?

Francamente, io, dopo aver visto in diretta streaming quasi tutte le gare fin qui disputate dalla Reggina, non ho ancora capito che tipo di schemi (inesistenti) nel psuedo-tridente di attacco, egli abbia adottato. Non solo le manovre appaiono lente e goffe, ma non una trama di gioco in velocità e rapidità lineare e concreta, se non tanto pressapochismo, mancanza di aperture sulle fasce laterali, tanti pasticci e confusione tattica a iosa. Tiri fuori misura e sbilenchi...da esibizioni dilettantistiche, e soprattutto l'insistenza nell'utilizzare fuori ruolo determinati calciatori, più utili a mia avviso in altre zone del campo. Ad esempio, disponiamo in organico del miglior fluidificante della Lega Pro, tale Porcino (purosangue reggino e nostro vanto per qualità tecnico-tattiche) non sarebbe stato meglio utilizzarlo a sx esterno alto in un centrocampo a 4 in un modulo tattico 3-4-3 piuttosto che sacrificarlo in un tridente d'attacco incompatibile per caratteristiche al fianco di Coralli e compagni, cosi che sfruttando le sue doti in velocità sulla corsia di sinistra, abbia la possibilità di crossare traversoni vincenti nell'area avversaria per mandare a rete il reparto offensivo amaranto?

Potrei dilungarmi ancora ma non ho voglia. Il presidente Mimmo Praticò ne tragga le conseguenze per fare uscire dalle secche la Reggina e risalire la china per un girone di ritorno degno del nostro blasone. E soprattutto il dg Gabriele Martino non deluda ancora le aspettative. Che provveda all'apertura della sessione invernale di calciomercato adeguatamente a rinforzare l'attacco, con almeno due punte veloci e di qualità da affiancare a Coralli, a completamento del reparto e laddove negli altri reparti di centrocampo e difesa, se necessita di qualche pedina utile, in grado di dare una fisionomia alla squadra con una propria identità e che sappia imporsi sul campo al cospetto di qualsiasi avversaria. DOMANDA: Avremo mai la soddisfazione e il sogno di poter vedere sulla panchina amaranto alla guida della Reggina, l'originale profeta della zona Mister Zdenek Zeman?

Gianfranco Tauro