* - " Da oggi (ieri, mia nota) lo Sporting Locri, cambia abito (1), lo fa variando in primis lo stemma (2). Abbiamo salutato la ragazzina innocente che gioca a calcio, scegliendo un’immagine più forte, che più rappresenta il carattere combattivo delle nostre ragazze, un’aspide (3). A contorno un doppio cerchio, porpora e oro, che saranno anche i nostri nuovi colori sociali, insieme al bianco e al nero (4) . Alla parola Sporting abbiamo aggiunto la dicitura “Women Futsal” (5), a sottolineare il carattere internazionale di questo sport. Abbiamo mantenuto però l’anno di fondazione, il 2010, per omaggiare il grandissimo lavoro di chi ci ha preceduto, e che ha fatto si che questa squadra possa competere a livello nazionale. Non a caso è sparito anche la dicitura che legava la squadra al territorio: Locri (6). Lo strascico lasciato dai fatti di cronaca che ci hanno resi celebri ha penalizzato ancora di più il rapporto tra la città e la squadra. Lo Sporting Locri non ha mai chiesto un impegno economico, non ha mai preteso spalti pieni (7), ma non può continuare a giocare in un posto che si è dimostrato più ostile che solidale (8). Non può continuare a svolgere la propria attività in una città che purtroppo non riesce a starle vicino (9). La stessa Locri che ha osannato la propria squadra di calcio maschile, di recente promossa nel campionato di Eccellenza, non ha volto lo sguardo verso una realtà che forse non si è mai sforzata di conoscere meglio. Questa è senza dubbio una scelta significativa perché, ad oggi, lo Sporting Women Futsal non può comunicare con certezza la città che ci ospiterà (10)..."
Qui di seguito la mia disamina nei suddetti punti numerati -
(1) Ammesso e non concesso... Ma a che pro cambiare abito? Non mi sembra il caso. La sostanza del club, per una società di calcio che si rispetti e che sia degna di chiamarsi tale, è legata principalmente ai risultati sul campo e al valore delle atlete che compongono la squadra in primis, oltrechè dalla onestà e lealtà della sua dirigenza amministrativa. E mi pare che, nel caso in questione, in quanto alle ragazze, sono le stesse calciatrici amaranto dello Sporting Locri che hanno seminato vittorie e successi in campo notevoli, fino a che la loro marcia trionfale non è stata ridimensionata e fermata, da più fattori incrociati, primo fra tutti quello di “destabilizzazione all’interno dello spogliatoio e dell’ambiente tutto”, scaturito a seguito del polverone sollevato circa le finte minacce contro l’Armeni.
(2) Perché cambiare stemma? Che senso ha togliere la cosiddetta “ragazzina innocente che gioca a calcio” - e che dunque rappresenta fortemente l’immagine più appropriata nel contesto dell’attività agonistica, di cui il club in origine si avvale e ne persegue gli obiettivi sociali e sportivi - allo scopo di sostituirla con un’immagine per niente consona (altro che immagine forte a giustificazione, quale miglior simbolo in rappresentanza del carattere combattivo delle ragazze: ma quando mai! ), e nientepopodimenoche: con “un’aspide”. Che dire: siamo veramente al colmo di una commedia tragi-comica dai contorni controversi e a dir poco ridicoli. Una commedia recitata male e per giunta portata avanti senza ritegno alcuno. Neanche si trattasse di un’organizzazione che ha per scopo chissà quale faraonica impresa da raggiungere e realizzare. Una trovata, anche questa inopportuna e fuori luogo, al limite della stregoneria e della fantascienza.
(3) Di più: come se non bastasse a rendere più intricata la matassa, l’infelice idea di cambiare persino i colori sociali del club e quindi della squadra, passando dall’amaranto per sostituirlo coi colori porpora e oro, insieme al bianco e al nero, riportati sul potenziale nuovo stemma. A che pro? anche qui, la domanda nasce spontanea. Nonostante che, nessun fine ne giustifichi il cambiamento, se non per cancellarne nella memoria collettiva degli sportivi quanto di buono le ragazze locresi hanno realizzato con la casacca amaranto, sia pure in pochi anni di attività dalla nascita del club.
(4) A completare il quadro nell’ottica dello smantellamento del club originario, l’idea “geniale” di togliere il nome Locri, quale elemento fondamentale e fondante che ne caratterizzava la sede identitaria e naturale di provenienza alla nascita dello Sporting, seguito invece dall’ ”innovativo” suffisso “Women Futsal”
(5) Beh! Però in compenso è rimasto invariato l’anno di fondazione, 2010 in omaggio al lavoro positivo dei dirigenti che hanno preceduto la attuale nuova proprietà. Come dire: visto quanto siamo generosi? “Commoventi” davvero
(6) “Lo strascico lasciato dai fatti di cronaca che ci hanno reso celebri”. La domanda è: quali fatti di cronaca? Per quanto lo Sporting Locri ne avrebbe fatto a meno: le ragazze amaranto avrebbero fatto parlare di sé con le vittorie sul campo visto che marciavano spedite in campionato, se non fosse che la stampa nazionale come da par suo, si è prestata volentieri per far da trombone e cassa di risonanza per conto di chi o di coloro hanno inteso orchestrare il tutto elaborandone goffamente un copione farsesco, che come sappiamo è finito in polverone mediatico e senza riscontri concreti.
(7) "Lo Sporting Locri non ha mai preteso gli spalti pieni"? Ne dubito e ne dubitano fortemente chi ha un minimo di cognizione di ciò che significa praticare o seguire uno sport, in ispecie il calcio che è disciplina sportiva di massa e che nessuno mai si sognerebbe, le atlete protagoniste in primis, di esibirsi davanti ad un pubblico ridotto su spalti semivuoti, a prescindere da qualsiasi ragionamento in merito. Di sicuro e ne intuiamo i motivi, quelli del nuovo “Sporting Women Futsal” non avendone cognizione di ciò che sono i veri valori dello sport, loro si non pretendevano gli spalti pieni, ovviamente. Visto poi l’epilogo, ne siamo ancora più che convinti.
(8) "Locri, un posto che si è dimostrato ostile" nei confronti delle proprie beniamine e della squadra che più la rappresenta in termini positivi? Siamo alla fantascienza. Dichiarazioni spicciole e prive di fondamento. Se di ostilità ci sono state e ci sono, poichè emerse dallo stesso caso artatamente sollevato e che negli sviluppi attuali viene portato ancora avanti in funzione dei nuovi connotati dirigenziali, di sicuro molte e forti sono sorte ed orchestrate altrove, per cui sono da escludersi forme di ostilità sul territorio, men che meno nella stessa Locri.
(9) Una città, Locri secondo i benpensanti, che non si è mai sforzata di conoscere al meglio la realtà dello Sporting. Potrebbe anche essere, come potrebbe anche essere in altre realtà italiane in cui il calcio femminile non è seguito sufficientemente per come meriterebbe. Ed allora, perché tutta questa “attenzione particolare” solo a Locri?
(10) “Ad oggi, lo Sporting Women Futsal non può comunicare con certezza la città in cui dovrebbe andare a giocare”? Dove sta scritto una ipotesi di questo tipo? E perché mai la squadra amaranto dovrebbe spostarsi da Locri, non essendoci i presupposti, se non nelle menti ostili di coloro che ne hanno dato comunicato assurgendo a “salvatori della patria”?
Di fronte a cotanta mediocrità e cattiveria, simulata e celata con manifestazioni tipiche da spirito di altruismo da parte delle nuove leve dirigenziali, il mio auspicio… - al fine di scongiurare il peggio, e a difesa dei valori positivi che malgrado le forti ostilità provenienti da più parti, la provincia reggina riesce ad esprimere primeggiando alla grande in diverse discipline sportive – nella fattispecie mi sento di fare un appello alla squadra femminile amaranto di rifiutare qualsiasi trasferimento di sede, nonché il rifiuto del nuovo stemma annunciato. Anche a costo di non scendere in campo a giocare fino a quando non sarà ripristinato lo Sporting Locri, al fine di poter disputare le competizioni agonistiche senza interruzioni di sorta e bluff vari (media nazionali permettendo) destabilizzazioni e quant’altro, nel rispetto dei regolamenti sportivi e con spirito di lealtà e lotta agonistica affrontata sul campo e non studiata a tavolino per interferire e falsare il cammino regolare dei campionati. Alla procura ed alla magistratura invece il compito di fare piena luce sul “caso Sporting Locri”, per risalire alla provenienza reale dell’ “Aspice”: non quella relativa alla immagine impressa sullo pseudo-nuovo-stemma, ma quella in carne ed ossa che si nasconde dietro l’infelice operazione anti-Sporting scaturita, in funzione anti-locrese e anti-reggina.
Gianfranco Tauro