sabato 24 dicembre 2016

IL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU APPROVA RISOLUZIONE CONTRO ISRAELE QUALE STATO OCCUPANTE E COLONIZZATORE IN CISGIORDANIA E PALESTINA

A New York passo importante per il processo di pace in medio-oriente

Il 23 dic. 2016 con 14 voti a favore (solo Usa astenuti) è passata la richiesta che obbliga Israele ad abbandonare i territori palestinesi da esso occupati e colonizzati. 

Nella risoluzione è scritto: gli insediamenti "costituiscono una flagrante violazione del diritto internazionale e un grande ostacolo per costruire la soluzione dei due stati, così come una pace giusta, duratura e completa".

Per questo risultato importante, grande merito va riconosciuto all'Egitto promotore di un documento nel quale si legge: Israele deve "immediatamente e completamente cessare tutte le attiività di insediamento nei territori palestinesi occupati, compresa Gerusalemme Est..."

Gianfranco Tauro

sabato 17 dicembre 2016

I MIEI AUGURI DI BUON COMPLEANNO A J.BERGOGLIO

AL  CHIERICO REGOLARE
DELLA COMPAGNIA DEI GESUITI
S.E. JORGE MARIO BERGOGLIO
VESCOVO DI ROMA
Alias PAPA FRANCESCO


S.E.R.ma, J. BERGOGLIO,

Oggi 17 dic. ricorre il giorno del suo compleanno. Mi permetta di inviarLe i miei più fervidi auguri per lo spegnimento delle sue 80 candeline. So che Lei è scaramantico (non dovrebbe esserlo in virtù del ruolo che ricopre) ma avendo io rispettato il giorno esatto di invio degli auguri, sto con la coscienza a posto; cosi che non le porto “iella” e di conseguenza, per dirla nella sua pronuncia – non essendo tra coloro che hanno anticipato i tempi – non faccio parte della schiera dei “gettatori”.

L’occasione mi è data altresì per farLe doppiamente gli auguri per il suo nuovo “incarico istituzionale”: avendo Lei varcato l’altra sponda del Tevere, nell’assoggettarsi la “presidenza dell’ANCI”, dato che ho saputo, si è reso di recente promotore di svariate lettere indirizzate a tanti sindaci d’Italia…

E nel rinnovato clima di ottimi rapporti tra Stato e Chiesa, non mi stupirei affatto se, ancorchè a parti invertite - chissà - magari ci troveremo prossimamente il presidente Mattarella ad assumere il ruolo di “presidente della CEI“. Ciò in quanto, per non essere da meno a Lei, lo stesso Mattarella potrà inviare altrettante lettere ai vescovi italiani, in direzione delle varie diocesi dislocate sul territorio italiano.

Gianfranco Tauro

venerdì 16 dicembre 2016

ESCE ALLO SCOPERTO E SI MATERIALIZZA FORMALMENTE  IL “PATTO GENTILONI”.  A PERENNE RICORDO

A distanza di un secolo, Il presidente cattolico Sergio Mattarella riporta l’Italia nell’era giolittiana.

“AD PERPETUAM REI MEMORIAM” E fu cosi che in grande spolvero e non più in via informale, rivede la luce in questi giorni in Italia, l’accordo politico secolare tra cattolici e liberali…: una prassi oramai consolidata della noiosa “politica all’italiana”, sperimentata e sancita nei primi anni del ’900 dopo la fine del “non expedit” a suo tempo decretato da papa Pio IX…

PALAZZO CHIGI E DINTORNI - A porre il sigillo di questo accordo di collaborazione, rivisitato e rielaborato secondo gli schemi politici contemporanei - a parti invertite - il presidente della Repubblica ( Ufficio UPIC ) S. Mattarella a “vestire i panni”  del fu papa Pio X. Con la differenza di quest’ultimo, il quale nel 1909, pose il conte Vincenzo Ottorino Gentiloni alla guida della UECI (Unione Elettorale Cattolica Italiana) con il compito assegnatogli di  far candidare alle elezioni politiche, quanto più cattolici possibili nelle liste liberali di Giovanni Giolitti. Mentre lo stesso Mattarella, con la nomina recente di Paolo Gentiloni (discendente della famiglia del suddetto conte) a presidente del Consiglio dei ministri, il compito di traghettare (“teoricamente”) - in vista di nuove elezioni politiche e dopo l’approvazione di una nuova legge elettorale - il governo uscente del dimissionario premier Matteo Renzi. Scenari per molti aspetti diversi (anche se non tanto sul piano dei trasformismi ) in due epoche storiche in cui:-

1)  la prima ha segnato la stagione politica pre-fascista prima del ventennio mussoliniano;
2) la seconda - quella attuale - sopraggiunge dopo la stagione governativa liberal-inciucista del ventennio berlusconiano/berlusconista…

Ma a che pro io mi chiedo? Vabbe' che noi italiani siamo tacciati di essere un popolo di “gentili” (il che già ci pone secondo i benpensanti, su una posizione di parziale subalternità) ma che addirittura adesso diventiamo improvvisamente “gentiloni”, mi sembra un po' troppo… La riaffermazione formale di tale Patto, a distanza di un secolo, siglato nottetempo in maniera cosi plateale e in un momento storico in cui l’Italia stava trovando il bandolo della matassa e per di più si stava risollevando a livello europeo, recuperando terreno utile e fertile su vari temi ricorrenti, in confronto e nei rapporti multilaterali con gli altri Stati membri della Ue. Quale senso logico in questa scelta di ripiego e di Palazzo, inopportuna e controproducente agli interessi del nostro Paese ha ispirato quei vertici dello Stato, verso una soluzione politica che, seppur temporanea (almeno me lo auguro) si profila probabilmente di rivelarsi un’opzione tanto dannosa quanto autolesionista e priva di spessore… E lo si nota in tutta la sua evidenza. Una vera miopia politica senza una visione lungimirante, stante che, l’epoca attuale (con la caduta delle ideologie, purtroppo, e quindi laddove sono persino assenti gli infondati presupposti) non ricalca benché minimamente il contesto politico-ideologico del secolo scorso, rispetto al quale tra i quadri dirigenti ed esponenti politici nazionali, non vedo né un Romolo Murri della situazione sul fronte cattolico, né un’avanzata socialista sul fronte laico… Ed allora smettiamola con i soliti beceri trasformismi e si abbia il coraggio di fronte alle difficoltà nel sapersi assumere ciascuno le proprie responsabilità, tra gli attori in campo sul piano politico-istituzionale e senza infingimenti…

LE DIMISSIONI INTEMPESTIVE DI MATTEO RENZI - Preso atto delle dimissioni del premier uscente, dal mio punto di vista, valuto intempestiva tale scelta di Renzi. Quest’ultimo avrebbe potuto e dovuto traghettare lui e non Gentiloni l’Italia ancora per altri 2-3 mesi, con senso di responsabilità, pur senza farsi condizionare a priori da alcuno nel gettare la spugna in anticipo; se non dopo avere fatto approvare in Parlamento una nuova legge elettorale per andare tutti al voto elettorale in primavera prossima ventura. Nella mia memoria non ricordo di precedenti rimpasti di governo, secondo cui, ancor prima che saltasse qualche poltrona ministeriale, uscisse di scena il primo ministro…

SULL’ESITO DEL REFERENDUM COSTITUZIONALE  - Premesso che,  Il mio giudizio dopo il responso sull’ultimo quesito referendario: - in primis il rispetto,  che si deve, seppur dopo l’esito negativo,  per tutti gli elettori che si sono espressi per il NO. Dunque, Viva la democrazia! Pur tuttavia, per quanto il quesito esprimesse dei limiti sostanziali, affinchè si potesse parlare efficacemente di incisive riforme istituzionali, la mia personale opinione è quella per cui, si è persa una buona occasione per aprire una prima fase di riforme (indispensabili ) se al posto della vittoria del NO, vi fosse stata una netta prevalenza per il SI, a parti invertite in percentuale. Cosi non è stato purtroppo per una pronta Rinascita di progresso per l’Italia e mi dispiace molto che una buona fetta di elettori (quel 20% di indecisi fino all’ultimo giorno prima del voto) che si sono fatti influenzare dal BLOCCO DEI CONSERVATORI (le fazioni del NO) piuttosto che seguire la via progressista del BLOCCO DEI RIFORMISTI (il 40% del fronte del SI)…. Peccato! Speriamo in meglio per una prossima occasione, se questa è servita mi auguro a far riflettere gli elettori italiani a non farsi prendere dalla pancia di fronte alla propaganda elettorale fine a se stessa e alla demagogia imperante che regna incontrastata, tra le forze politiche e in tutto il suo contesto che ruota attorno.

Gianfranco Tauro

lunedì 5 dicembre 2016

SPORT CALCIO, REGGINA: ZEMANLANDIA NON E' DI CASA A REGGIO...PURTROPPO PER NOI.

CALCISTICAMENTE PARLANDO - Se bastasse a ereditare il cognome di cotanto padre per riportare la Reggina a prestigiosi successi e traguardi che meriterebbe di raggiungere, a quest'ora dormiremmo sugli allori... Con tutto il rispetto che si deve al figlio d'arte, bisogna ammettere onestamente ed obiettivamente, che Karel non è sinonimo di Zdenek (sebbene il nostro sia omonimo del mago del cinema ceco) e il 4-3-3 del primo non rispecchia affatto sul campo, il 4-3-3 del secondo: ovvero quel modulo tattico con cui il profeta della zona, ha rivoluzionato la storia del calcio italiano. Il gioco a zona di stampo zemaniano - quello doc genuino per intenderci - richiede genialità innata, spregiudicatezza, creatività e maestria d'arte. Tutte doti e requisiti professionali che al momento, mister Karel, non ha dimostrato di possedere. E malgrado le tiratine di orecchie di Zeman senior (per l'occasione presente ieri l'altro allo stadio Granillo ad assistere alla gara Reggina-Foggia) riservate al figlio Karel, non siano state sufficienti evidentemente, a sortire una vittoria che sia una, degna del padre: lo stesso Zdenek collezionista storico di vittorie strepitose, promozioni e calcio spettacolo in tanti anni di gloriosa e brillante carriera da allenatore.

Di contro, benchè giovane ed inesperto, Zeman jr, malgrado suo, ritrovandosi improvvisamente catapultato dalla serie D dilettanti in Lega Pro, ha manifestato ovviamente, nella categoria superiore, tutti i suoi limiti tecnico-tattici. A prescindere dalle attenuanti legittime e generiche, per cui - a seguito della riammissione nei campionati professionistici - e non è certo colpa sua, se la compagine amaranto è stata costretta ad iniziare in ritardo la preparazione precampionato... Mettiamo pure un organico di calciatori allestito in tempi record alla meno peggio, tali a non sopperire alle tante carenze tecniche, sommate a tante altre vicissitudini di altra natura, relative alle strutture di impianti sportivi negati ingiustamente a società e squadra per diversi mesi...

Tuttavia, a conti fatti, dopo tre mesi e più dall'inizio del campionato, giunti quasi alla fine del girone di andata, con la Reggina immischiata in piena zona play-out di retrocessione, è inammissibile dover constatare il fallimento di mister Karel, del quale sono rimasto alquanto deluso. Sebbene inizialmente, per certi versi non mi era dispiaciuto affatto sul piano tattico, mister Karel, si è perso strada facendo... E non c'è alibi che tenga, in quanto al di là delle suddette attenuanti e di un organico incompleto, soprattutto carente di qualità ed esperienza nel reparto di attacco, lo stesso Zeman jr, non ha certo brillato in creatività e soluzioni tattiche alternative, per le quali la bravura di un allenatore si vede e sta proprio laddove riesce ad ottenere risultati e vittorie seppur in assenza di calciatori di ruolo all'altezza del compito loro affidato. Zdenek Zeman docet, lui "pietra filosofale" dotato di inventiva nel saper creare schemi magici, micidiali e vincenti. Cosa ha appreso di tutto ciò il figlio Karel?

Francamente, io, dopo aver visto in diretta streaming quasi tutte le gare fin qui disputate dalla Reggina, non ho ancora capito che tipo di schemi (inesistenti) nel psuedo-tridente di attacco, egli abbia adottato. Non solo le manovre appaiono lente e goffe, ma non una trama di gioco in velocità e rapidità lineare e concreta, se non tanto pressapochismo, mancanza di aperture sulle fasce laterali, tanti pasticci e confusione tattica a iosa. Tiri fuori misura e sbilenchi...da esibizioni dilettantistiche, e soprattutto l'insistenza nell'utilizzare fuori ruolo determinati calciatori, più utili a mia avviso in altre zone del campo. Ad esempio, disponiamo in organico del miglior fluidificante della Lega Pro, tale Porcino (purosangue reggino e nostro vanto per qualità tecnico-tattiche) non sarebbe stato meglio utilizzarlo a sx esterno alto in un centrocampo a 4 in un modulo tattico 3-4-3 piuttosto che sacrificarlo in un tridente d'attacco incompatibile per caratteristiche al fianco di Coralli e compagni, cosi che sfruttando le sue doti in velocità sulla corsia di sinistra, abbia la possibilità di crossare traversoni vincenti nell'area avversaria per mandare a rete il reparto offensivo amaranto?

Potrei dilungarmi ancora ma non ho voglia. Il presidente Mimmo Praticò ne tragga le conseguenze per fare uscire dalle secche la Reggina e risalire la china per un girone di ritorno degno del nostro blasone. E soprattutto il dg Gabriele Martino non deluda ancora le aspettative. Che provveda all'apertura della sessione invernale di calciomercato adeguatamente a rinforzare l'attacco, con almeno due punte veloci e di qualità da affiancare a Coralli, a completamento del reparto e laddove negli altri reparti di centrocampo e difesa, se necessita di qualche pedina utile, in grado di dare una fisionomia alla squadra con una propria identità e che sappia imporsi sul campo al cospetto di qualsiasi avversaria. DOMANDA: Avremo mai la soddisfazione e il sogno di poter vedere sulla panchina amaranto alla guida della Reggina, l'originale profeta della zona Mister Zdenek Zeman?

Gianfranco Tauro

domenica 25 settembre 2016

La mia lettera al premier Renzi

LETTERA APERTA

AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI
ON. MATTEO RENZI
ROMA

OGGETTO: Giochi Olimpici 2024

Caro Matteo,

                  Ho seguito via etere il tuo intervento di ieri dal palco di Prato, in merito alla vicenda sulla candidatura di Roma per i Giochi olimpici del 2024. Permettimi di dirti che, a parte qualche tuo passaggio di cui non condivido e non capisco la “sonata” *… per il resto sono pienamente d’accordo con te in merito alle tue dichiarazioni pubbliche, che riporto testualmente qui di seguito: -

«Non si fermano le grandi opere, ma si fermano i ladri. Il fatto di dire che non si fanno le Olimpiadi per timore della corruzione è un’incredibile ammissione di incapacità da parte della dirigenza di quella città. Le Olimpiadi non sono domani mattina. E se tu hai davanti otto anni, se hai un minimo di credibilità e autorevolezza, tu i ladri li cacci. Se invece dici no e hai paura, preferisci non metterci la faccia, hai sbagliato mestiere». Questa è la differenza tra la politica e il bar dello Sport».

Orbene, fermo restando quanto sopra, e complimentandomi con te per il piglio autorevole e risoluto con cui hai esternato il tuo pensiero, vorrei capire perché hai preso l’abbaglio di prestare il fianco a quella schiera di irresponsabili e di inetti che da qualche settimana a questa parte, fanno a gara a chi la spara più grossa. Tu sei il Presidente del Consiglio e capo dell’Esecutivo di Governo nazionale. I Giochi Olimpici sono una Manifestazione internazionale e non locale… A tal proposito, e senza voler entrare nei dettagli per un caso nazionale montato ad arte e di cui non sussistono elementi validi tali da poter darne credito, non ti pare forse esagerato l’aver menzionato, scomodato e dato troppa importanza alla sindaca di Roma? Al massimo costei potrà andare a Tokyo fra 4 anni a sventolare in versione speciale la bandiera olimpica: tante volte quante ha ripetuto che le Olimpiadi non si faranno a Roma. Ti pare logico che il parere della giunta capitolina possa essere vincolante? Se poi tu intendi farti fare le scarpe da una grillina (nonostante tu l’abbia definita una incapace nell’esercitare il suo ruolo) vorrà dire paradossalmente, che il Campidoglio ha preso le redini del Governo e tu ti attacchi al tram. Intendi per caso subìre il Golpe in casa e magari fra qualche mese ritrovarci con la grillina a Palazzo Chigi a prendere il tuo posto? E’ questo ciò che vuoi? E magari pure avere un “comico folle” direttore d’orchestra? Non credo proprio. Non mi sembra il caso. L’Italia da più di un decennio a questa parte è stata fin troppo derisa in campo internazionale e non solo in ambito Ue, da molti Stati e partners europei. Troppi hanno riso abbastanza di noi e adesso è giunta l’ora di dire basta! Rimbocchiamoci le maniche e ripartiamo spediti…

Dunque, Roma era ed è la principale candidata per ospitare i Giochi Olimpici nel 2024. Parigi e Los Angeles? Possono aspettare. Hollande non se ne farà un cruccio. Tanto più che queste ultime due Città, dall’inizio dei Giochi Olimpici in età moderna li ha ottenuti per ben due volte, contro una di Roma risalente a 56 anni fa. Al CIO di Losanna possono cominciare a preparare le carte per avviare l’iter programmatico a favore di Roma.

PS: VERTICE DI BERLINO DEL 28 SET. 2016 – E’ scontato ed è evidente che, qualora si avanzasse l’ipotesi di una eventuale, presunta ed azzardata esclusione dell’Italia nel gruppo di testa della Ue, il vertice di Berlino e quelli a venire, potranno già sin d’adesso considerarsi senza esito sostanziale e pertanto nulli.

Gianfranco Tauro

domenica 18 settembre 2016

Bombardamenti in Siria, Assad accusa gli Usa di favoreggiamento e complicità coi terroristi anti-regime

Raid aerei statunitensi colpiscono base del governo siriano a Damasco. Oltre 50 i morti e più di 100 feriti.

Pur avendo rispettato il cessate il fuoco imposto dagli accordi sanciti tra Washington e Mosca, l'attacco abusivo della coalizione internazionale a guida Usa sul territorio siriano, non ha sortito gli "effetti sperati"; ma di contro ha causato strage di morti: oltre 50 dell'esercito regolare siriano. Gli Usa nell'accampare scuse parlano di "errore". "La Casa Bianca sostiene che gli obiettivi del comando militare statunitense erano le postazioni dei terroristi, e quindi si è trattato di un "tragico errore non intenzionale". Ad accorgersi nell'aver colpito l'obiettivo sbagliato, dopo che ufficiali russi intervenuti, emettevano un comunicato col quale li informavano sull'entità della postazione. Immediate ed accese le legittime proteste del presidente Bashar al-Assad, il quale ha accusato Washington di gravissimo attacco intenzionale. Inoltre afferma: "I raid aerei hanno colpito e distrutto la nostra base strategica di Deir el-Zor cosi che i terroristi possono meglio avanzare all'offensiva. Siamo di fronte a un attacco grave ai danni della Siria ed al suo esercito ed è la prova conclamata del sostegno degli Stati Uniti a tutti i gruppi terroristici sul territorio". Adesso la Russia pare abbia chiesto una riunione urgente del Consiglio di sicurezza dell'Onu. Alcune fonti addirittura confermerebbero l'ipotesi, circa il sospetto del Cremlino che "gli Stati Uniti stiano difendendo lo Stato Islamico del cosiddetto califfato".

Gianfranco Tauro

giovedì 1 settembre 2016

L'IMPREVIDENZA DELL' " OSSERVATORIO NAZIONALE SULLE MANIFESTAZIONI SPORTIVE "

Lega Pro, Derby dello Stretto: sulla gara Reggina-Messina incombe il divieto prefettizio, insensato e fuori luogo.


A rovinare lo spettacolo dello sport nel mondo del calcio, non è sempre il comportamento incivile e violento delle psuedo-tifoserie contrapposte che si scontrano negli stadi. Talvolta succede anche il rovescio della medaglia: - E' il caso dell' "osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive". Un organismo sorto nel corso degli ultimi anni in Italia, con compiti di coordinamento centrale delle iniziative da attuare in occasione
di incontri ritenuti particolarmente a rischio. Se questo era ed è l'intento, ben venga una istituzione di questo tipo. Cosa diversa è invece, quando i presupposti iniziali vengono meno, a tal punto da trasformarsi in organismo sospetto e discriminatorio, antisportivo e fuorviante... La prova sospetta? E' il comunicato apparso qualche giorno fa sugli organi di stampa, in merito alla partita del campionato di calcio di terza serie tra Reggina e Messina, in programma domenica prossima 4 settembre.

A rendere ridicolo e poco credibile il gruppo dirigente di tale osservatorio (oserei dire "inosservante" *) per avere agito con colpevole miopia, è la determinazione con la quale la suddetta partita che fra 3 giorni dovrà disputarsi allo stadio Oreste Granillo di Reggio, è considerata nientepopodimeno che:-
- “gara ad alto profilo di rischio” per l’accesa rivalità tra le due tifoserie. Pertanto, per preminenti ragioni di tutela dell’ordine, della sicurezza e dell’incolumità pubblica, il prefetto Sammartino, ha disposto il divieto di vendita di tagliandi ai residenti nella Regione Sicilia e la contestuale sospensione del programma di fidelizzazione dell’A.C.R. Messina”.

E' qui casca l'asino! Fosse vero, l'incombenza di un tale rischio, nulla da eccepire. Ci mancherebbe altro. Il fatto è che, storicamente parlando, le statistiche parlano chiaro *: il suggestivo Derby dello Stretto tra Reggina e Messina, si è sempre caratterizzato per la proverbiale correttezza delle opposte tifoserie, quella reggina e quella messinese; sia tra gli spalti che fuori dal campo. Può essere successo, chi lo nega, qualche volta, che pochi isolati gruppi di facinorosi (in quale gara di calcio nel mondo non è mai successo almeno una volta nei derby ?) fossero stati coinvolti in episodi di violenza, del tipo qualche scazzottata a atto ingiurioso e cose di questo tipo. Quel che è certo, nel 99% dei casi, fra le centinaia di gare di calcio disputate in un secolo di storia calcistica tra Reggina e Messina, entrambe le tifoserie si sono distinte per la loro correttezza e civiltà, sia prima che dopo la fine delle partite. A prescindere dagli sfottò, dagli striscioni ironici e simpatici esposti nelle tribune, dai cori inneggianti ritornelli vari e quant'altro... Che ci stanno tutti alla grande, dovrebbero essere ripristinati e non vietati, quali espressioni creative e manifestazioni dello spirito nell'arco dei 90 minuti di gara, a garanzia dello spettacolo, che non dovrebbe mai mancare...

Un dato è certo: dal mio Osservatorio - e credo anche da quello delle centinaia e migliaia di sportivi italiani onesti, reggini e messinesi in primis - non si intravede all'orizzonte alcunchè di "gara ad alto profilo di rischio" quella tra Reggina e Messina di domenica prossima, se non un atteggiamento razzista, discriminatorio ed antisportivo, da parte di taluni organi dello Stato, che anzichè risollevare l'entusiasmo nel mondo del calcio, lo mortificano e lo affossano. Generalizzano ed applicano il "DASPO" illegittimo e irrituale, laddove inapplicabile per i motivi sopra esposti; mentre in altri derby italiani, storicamente pericolosi (altrochè se lo sono) le stesse misure restrittive non vengono mai adottate, se non per scrupolo di coscienza, dopo che scappa qualche morto.... Ai tifosi peloritani, che hanno il diritto di seguire e tifare per la propria squadra anche in trasferta, va tutta la mia solidarietà, per il divieto loro imposto di assistere al derby.


Gianfranco Tauro

giovedì 11 agosto 2016

Sport scherma, Rio - giochi olimpici 2016: L'inattesa sconfitta di Arianna Errigo tradita dal suo allenatore


Sulle cause della inaspettata sconfitta di Arianna Errigo in quel di Rio vi sarebbero delle connotazioni alquanto chiare. A rivelarlo è la stessa azzurra, numero uno del ranking internazionale. Eliminata agli ottavi di finale, ha perso per 15-11 contro la canadese Eleanor Harvey, dopo che la schermitrice reggina conduceva in vantaggio per 10-5. Commossa e quasi in lacrime, Arianna pur facendo dell'autocritica, nel suo commento a caldo in conferenza stampa, lancia accuse contro il suo allenatore: Sono nell'età giusta per togliermi altre soddisfazioni e sicuramente voglio riprendermi delle rivincite a Tokio in Giappone. Anche se adesso è la cosa che mi interessa di meno. " Non mi sentivo bene già da questa mattina ( di ieri ), non sono riuscita a controllare la tensione come solitamente è mia abitudine saper gestire negli appuntamenti più importanti. Nel primo assalto non ho tirato libera, indipendentemente dal risultato. Appena c’è stato un momento di difficoltà, proprio nella fase in cui andavo meglio, sono crollata ". Mi è mancata la lucidità, forse ho sbagliato qualcosa ma... "Io da gennaio mi alleno da sola. Il rapporto di lavoro col maestro (Giulio Tommasini) dovrebbe essere più importante di qualsiasi cosa". "Non ho sentito il suo rispetto nei miei confronti, allora è meglio perdere un oro olimpico. Puoi essere l'allenatore più bravo del mondo, ma la fiducia non deve venire meno, va al di là dell'aspetto tecnico..."

Gianfranco Tauro

martedì 9 agosto 2016

Specialità Reggine: nella città dei Bronzi magnogreci il miglior gelato d'Italia

Si scrive 29 luglio 2016 e si legge: "Reggio conquista il primato sulla qualità del miglior gelato d'Italia"... Una data memorabile, quale giusto riconoscimento nazionale, per un traguardo più che meritato e ottenuto dalla storica gelateria reggina "Cesare". Quest'ultima, salita sul podio con 5415 voti per l'aggiudicazione della medaglia d'oro...

A decretarne la vittoria su vasta scala, il contest lanciato da "Gastronauta" * il 1 luglio 2016.

Perché ho voluto scrivere questo post? - Sarebbe troppo semplice e riduttivo rispondere... in quanto essendo io reggino e di conseguenza orgoglioso per questo riconoscimento sulle eccellenze e specialità della mia Città...

In realtà il maggior motivo che mi ha spinto a buttare giù queste quattro righe è un altro. Chiamiamole pure congiunture o coincidenze - sta di fatto che - il 29 lug. e più o meno alla stessa ora in cui si concludeva l'esito delle votazioni il concorso, io mi trovavo a mangiare un gelato presso la gelateria "Fiordilatte" di Udine, quest'ultima arrivata 3a classificata. E nonostante non sapessi nulla del concorso ( se non per averlo appurato proprio lì sul posto mentre gustavo il gelato) nè dell'esistenza del "gastronauta" e del suo sito web... in serata, casualmente mentre leggevo la stampa online reggina, la notizia sorprendente dell'evento, con mia immensa gioia per il risultato finale che vedeva Reggio, la mia città, premiata con la gelateria "Cesare" Campione d'Italia. Anche se, lì per lì, nel momento in cui seppi del concorso, per istinto pensai e sussurrai..."Chissà se "Cesare" è presente tra le gelaterie partecipanti..." Il resto è storia!

Per i dettagli sul concorso conclusosi poco più di una settimana fa e per ulteriori approfondimenti sulla storia del famoso chiosco verde "
Cesare", vedasi l'articolo dedicato e pubblicato dalla redazione de il "Gastronauta.it" *

Gianfranco Tauro

domenica 15 maggio 2016

Calcio femminile, tra una farsa e l'altra, lo Sporting Locri cambia veste?

A "Locri" si decide di cambiare nome e non solo al famoso club sportivo. Lo stesso sodalizio ne ha dato ieri comunicato. Da 'Sporting Locri' diventa a sorpresa 'Sporting Women Futsal".

"Cosi è se vi pare!" La telenovela di pirandelliana memoria è di casa nella locride, nel popoloso distretto situato sulla costa jonica di levante dell'area metropolitana reggina. Più precisamente allo Sporting Locri, laddove il reale e surreale si mescolano in un susseguirsi di colpi di scena: tali da lasciare attoniti e confusi persino i più quotati ed esperti maghi nella risoluzione degli "enigmi" umani. Enigmi si fa per dire, anche perchè a quanto pare, di misteri veri e propri, nemmeno l'ombra. Dopo che il sig. Armeni, dirigente ed ex presidente dimissionario - del prestigioso club sportivo ( reso tale in primis, dai successi ottenuti in campo dalle sue atlete) - è stato smascherato a seguito delle presunte minacce subìte in prima persona ( in realtà minacce artatamente costruite ) che a suo dire, avrebbe ricevuto nel dicembre u.s. da fantomatici personaggi. Che per l'appunto, rimasti ancora ignoti e le cui modalità di azione improbabili e fantasiose, avrebbero convinto la Procura di Locri di archiviarne il caso.

Di ieri è invece la notizia altrettanto singolare, "sfornata fresca", sul cambio di nome del sodalizio amaranto locrese. A darne diffusione lo stesso club, tramite "il suo ufficio stampa"... - *

di cui ne traggo testualmente i contenuti più salienti e nello stesso tempo, controversi, e accanto ai quali metto tra parentesi dei numeri, sui quali mi riservo più avanti le mie critiche e i miei commenti in 10 punti principali, a sostegno di una mia tesi che ho maturato in questi mesi sul caso in questione - avvalorata da quest'ultima uscita "sui generis" - che io ritengo non slegato da altri casi sportivi, anch'essi per altri versi manovrati ad arte ed accaduti in anni recenti nel reggino:

* - " Da oggi (ieri, mia nota) lo Sporting Locri, cambia abito (1), lo fa variando in primis lo stemma (2). Abbiamo salutato la ragazzina innocente che gioca a calcio, scegliendo un’immagine più forte, che più rappresenta il carattere combattivo delle nostre ragazze, un’aspide (3). A contorno un doppio cerchio, porpora e oro, che saranno anche i nostri nuovi colori sociali, insieme al bianco e al nero (4) . Alla parola Sporting abbiamo aggiunto la dicitura  “Women Futsal” (5), a sottolineare il carattere internazionale di questo sport. Abbiamo mantenuto però l’anno di fondazione, il 2010, per omaggiare il grandissimo lavoro di chi ci ha preceduto, e che ha fatto si che questa squadra possa competere a livello nazionale. Non a caso è sparito anche la dicitura che legava la squadra al territorio: Locri (6). Lo strascico lasciato dai fatti di cronaca che ci hanno resi celebri ha penalizzato ancora di più il rapporto tra la città e la squadra. Lo Sporting Locri non ha mai chiesto un impegno economico, non ha mai preteso spalti pieni (7), ma non può continuare a giocare in un posto che si è dimostrato più ostile che solidale (8). Non può continuare a svolgere la propria attività in una città che purtroppo non riesce a starle vicino (9). La stessa Locri che ha osannato la propria squadra di calcio maschile, di recente promossa nel campionato di Eccellenza, non ha volto lo sguardo verso una realtà che forse non si è mai sforzata di conoscere meglio. Questa è senza dubbio una scelta significativa perché, ad oggi, lo Sporting Women Futsal non può comunicare con certezza la città che ci ospiterà (10)..."

Qui di seguito la mia disamina nei suddetti punti numerati -

(1) Ammesso e non concesso... Ma a che pro cambiare abito? Non mi sembra il caso. La sostanza del club, per una società di calcio che si rispetti e che sia degna di chiamarsi tale, è legata principalmente ai risultati sul campo e al valore delle atlete che compongono la squadra in primis, oltrechè dalla onestà e lealtà della sua dirigenza amministrativa. E mi pare che, nel caso in questione, in quanto alle ragazze, sono le stesse calciatrici amaranto dello Sporting Locri che hanno seminato vittorie e successi in campo notevoli, fino a che la loro marcia trionfale non è stata ridimensionata e fermata, da più fattori incrociati, primo fra tutti quello di “destabilizzazione all’interno dello spogliatoio e dell’ambiente tutto”, scaturito a seguito del polverone sollevato circa le finte minacce contro l’Armeni.

(2) Perché cambiare stemma? Che senso ha togliere la cosiddetta “ragazzina innocente che gioca a calcio” - e che dunque rappresenta fortemente l’immagine più appropriata nel contesto dell’attività agonistica, di cui il club in origine si avvale e ne persegue gli obiettivi sociali e sportivi - allo scopo di sostituirla con un’immagine per niente consona (altro che immagine forte a giustificazione, quale miglior simbolo in rappresentanza del carattere combattivo delle ragazze: ma quando mai! ), e nientepopodimenoche: con “un’aspide”. Che dire: siamo veramente al colmo di una commedia tragi-comica dai contorni controversi e a dir poco ridicoli. Una commedia recitata male e per giunta portata avanti senza ritegno alcuno. Neanche si trattasse di un’organizzazione che ha per scopo chissà quale faraonica impresa da raggiungere e realizzare. Una trovata, anche questa inopportuna e fuori luogo, al limite della stregoneria e della fantascienza.

(3) Di più: come se non bastasse a rendere più intricata la matassa, l’infelice idea di cambiare persino i colori sociali del club e quindi della squadra, passando dall’amaranto per sostituirlo coi colori porpora e oro, insieme al bianco e al nero, riportati sul potenziale nuovo stemma. A che pro? anche qui, la domanda nasce spontanea. Nonostante che, nessun fine ne giustifichi il cambiamento, se non per cancellarne nella memoria collettiva degli sportivi quanto di buono le ragazze locresi hanno realizzato con la casacca amaranto, sia pure in pochi anni di attività dalla nascita del club.

(4) A completare il quadro nell’ottica dello smantellamento del club originario, l’idea “geniale” di togliere il nome Locri, quale elemento fondamentale e fondante che ne caratterizzava la sede identitaria e naturale di provenienza alla nascita dello Sporting, seguito invece dall’ ”innovativo” suffisso “Women Futsal”

(5) Beh! Però in compenso è rimasto invariato l’anno di fondazione, 2010 in omaggio al lavoro positivo dei dirigenti che hanno preceduto la attuale  nuova proprietà. Come dire: visto quanto siamo generosi? “Commoventi” davvero

(6) “Lo strascico lasciato dai fatti di cronaca che ci hanno reso celebri”. La domanda è: quali fatti di cronaca? Per quanto lo Sporting Locri ne avrebbe fatto a meno: le ragazze amaranto avrebbero fatto parlare di sé con le vittorie sul campo visto che marciavano spedite in campionato, se non fosse che la stampa nazionale come da par suo, si è prestata volentieri per far da trombone e cassa di risonanza per conto di chi o di coloro hanno inteso orchestrare il tutto elaborandone goffamente un copione farsesco, che come sappiamo è finito in polverone mediatico e senza riscontri concreti.

(7) "Lo Sporting Locri non ha mai preteso gli spalti pieni"? Ne dubito e ne dubitano fortemente chi ha un minimo di cognizione di ciò che significa praticare o seguire uno sport, in ispecie il calcio che è disciplina sportiva di massa e che nessuno mai si sognerebbe, le atlete protagoniste in primis, di esibirsi davanti ad un pubblico ridotto su spalti semivuoti, a prescindere da qualsiasi ragionamento in merito. Di sicuro e ne intuiamo i motivi, quelli del nuovo “Sporting Women Futsal” non avendone cognizione di ciò che sono i veri valori dello sport, loro si non pretendevano gli spalti pieni, ovviamente. Visto poi l’epilogo, ne siamo ancora più che convinti.

(8) "Locri, un posto che si è dimostrato ostile" nei confronti delle proprie beniamine e della squadra che più la rappresenta in termini positivi? Siamo alla fantascienza. Dichiarazioni spicciole e prive di fondamento. Se di ostilità ci sono state e ci sono, poichè emerse dallo stesso caso artatamente sollevato e che negli sviluppi attuali viene portato ancora avanti in funzione dei nuovi connotati dirigenziali, di sicuro molte e forti sono sorte ed orchestrate altrove, per cui sono da escludersi forme di ostilità sul territorio, men che meno nella stessa Locri.

(9) Una città, Locri secondo i benpensanti, che non si è mai sforzata di conoscere al meglio la realtà dello Sporting. Potrebbe anche essere, come potrebbe anche essere in altre realtà italiane in cui il calcio femminile non è seguito sufficientemente per come meriterebbe. Ed allora, perché tutta questa “attenzione particolare” solo a Locri?

(10) “Ad oggi, lo Sporting Women Futsal non può comunicare con certezza  la città in cui dovrebbe andare a giocare”? Dove sta scritto una ipotesi di questo tipo? E perché mai la squadra amaranto dovrebbe spostarsi da Locri, non essendoci i presupposti, se non nelle menti ostili di coloro che ne hanno dato comunicato assurgendo a “salvatori della patria”?  

Di fronte a cotanta mediocrità e cattiveria, simulata e celata con manifestazioni tipiche da spirito di altruismo da parte delle nuove leve dirigenziali, il mio auspicio… - al fine di scongiurare il peggio,  e a difesa dei valori positivi che malgrado le forti ostilità provenienti da più parti, la provincia reggina riesce ad esprimere primeggiando alla grande in diverse discipline sportive – nella fattispecie mi sento di fare un appello alla squadra femminile amaranto di rifiutare qualsiasi trasferimento di sede, nonché il rifiuto del nuovo stemma annunciato. Anche a costo di non scendere in campo a giocare fino a quando non sarà ripristinato lo Sporting Locri, al fine di poter disputare le competizioni agonistiche senza interruzioni di sorta e bluff vari (media nazionali permettendo) destabilizzazioni e quant’altro, nel rispetto dei regolamenti sportivi e con spirito di lealtà e lotta agonistica affrontata sul campo e non studiata a tavolino per interferire e falsare il cammino regolare dei campionati. Alla procura ed alla magistratura invece il compito di fare piena luce sul “caso Sporting Locri”, per risalire alla provenienza reale dell’ “Aspice”: non quella relativa alla immagine impressa sullo pseudo-nuovo-stemma, ma quella in carne ed ossa che si nasconde dietro l’infelice operazione anti-Sporting scaturita, in funzione anti-locrese e anti-reggina.   
                                                                                      
Gianfranco Tauro             

sabato 30 aprile 2016

A Reggio, la presenza del governo nazionale per la riapertura del Museo Nazionale della Magna Grecia

Finalmente dopo tante pastoie burocratiche, riapre a Reggio il Museo Nazionale della Magna Grecia. Molte le autorità presenti per l'evento. Prime fra tutte, quelle in rappresentanza del governo nazionale, il premier Matteo Renzi e il ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini. A fare gli onori di casa ovviamente il sindaco di Reggio, Giuseppe Falcomatà. Il quale cosi ha accolto gli illustri ospiti nel suo intervento: « Oggi è una giornata storica. L'apertura del Museo Nazionale della Magna Grecia aggiunge una nuova perla allo straordinario patrimonio di bellezza nel quale è immersa la Città Metropolitana di Reggio. É significativo che il presidente Renzi abbia voluto suggellare questo grande traguardo con la sua autorevole presenza, visitando Reggio per la quarta volta da quando è al Governo, scegliendo la nostra come la prima delle Città Metropolitane italiane a firmare i Patti per il Sud».


«Il nuovo Museo di Reggio sarà una straordinaria vetrina non solo per i Bronzi ma per l'intera Polis e per tutta la regione dello Stretto. Siamo la Citta Metropolitana che meglio custodisce la millenaria tradizione magnogreca, che costituisce per noi un enorme patrimonio storico, culturale ed artistico. Dobbiamo saper coniugare questa ricchezza con un'idea condivisa di sviluppo che farà di Reggio una delle Capitali del Mediterraneo. Lo facciamo oggi firmando con il presidente del Consiglio il nostro Patto per Reggio Città Metropolitana. Ed è significativo che a fare da custodi a questa firma siano stati proprio i due guerrieri di Riace, che da Reggio parlano al mondo, raccontando la straordinaria bellezza di questa terra». 

E a conclusione del discorso, spostando giustamente l'argomento in termini di sviluppo: Storicamente il Meridione soffre la disoccupazione, e il Comune deve garantire i servizi e la possibilità a chi ha un’idea di portarla avanti ma soprattutto, per un Comune che diventa Città Metropolitana, occorre creare tutte quelle infrastrutture che possono rilanciare il territorio. Con la firma di questi patti, si possono realizzare un bel pò di progetti.

Poi il discorso del ministro Franceschini, il quale ha voluto rimarcare: « Il Museo reggino ha mostrato di vincere la sfida e riuscirà a superare quella più importante dei numeri in termini di crescita e di sviluppo nei prossimi anni. La ricchezza di questa regione, non sono soltanto i Bronzi ma le bellezze naturali, quelle dei borghi, l’incanto dei paesaggi, la varietà dei vostri luoghi ».

Nondimeno è stato l'intervento del premier Renzi: « Abbiamo avuto tante occasioni perse in questi anni e chi contesta spesso ha ragione, ma serve migliorare non protestare. Opere come il Museo rappresentano la sfida non solo per Reggio, ma per tutta l’Italia. L’Italia deve avere il coraggio di provarci, è questa la sfida da superare. Lasciamo ai professionisti il futuro e non a chi si lamenta sempre. Ci sarà il nostro impegno, e quello del sindaco Falcomatà ». Infine, Renzi sportivamente a sorpresa un riferimento alla Reggina squadra che da sette anni è scomparsa dai radar del grande calcio e  oggi non è neanche tra i professionisti: “La rivogliamo in Serie A. Viva Reggio e viva l'Italia”. 

Conclude il Direttore Carmelo Malacrino: È una nuova immagine del Museo Archeologico Nazionale di Reggio quella che offriremo da oggi: Un Museo che si apre all’Area dello Stretto, nel cuore del Mediterraneo, storico crocevia di culture e tradizioni. Al Museo l’archeologia si tradurrà in curiosità e suggestioni, accompagnando i visitatori nell’affascinante storia dell’antichità magnogreca italico-reggina. Con uno sguardo al futuro, ad eventi e mostre di livello internazionale. L’auspicio oggi è, di dare inizio a una nuova avventura da vivere insieme per conoscere, raccontare e trasmettere una Grande Storia.

Gianfranco Tauro

mercoledì 13 aprile 2016

Riforme Giustizia, idea folle ed insensata la proposta di soppressione della Corte d’Appello di Reggio

Malgrado i segnali negativi e di protesta provenienti da ampi settori del sistema giustizia, si fa ugualmente strada l’dea folle ed insensata da parte della politica/politicante italiana sullo schema elaborato dalla commissione Vietti, di avviare il processo e l’iter di ridimensionamento e chiusura di alcuni importanti organi giudiziari italiani. Si tratta per lo più di uffici dislocati nei vari territori dello Stato, quali sedi importanti di alcuni capoluoghi italiani. Tra questi, è stata tirata in ballo in maniera inopportuna ed irresponsabile, anche la sede reggina della Corte di Appello. Una ipotesi azzardata, che dovrebbe gridare allo scandalo e non solo, per il mancato rispetto dovuto nei confronti di Reggio Città Metropolitana; sulla cui area territoriale di tutto il comprensorio dei circondari che ruotano intorno ad essa, risiede una popolazione di circa 600.000 abitanti. E senza contare che nell’intera regione dell’Area Metropolitana dello Stretto, di cui fa parte la provincia di Messina, risiede altrettanta popolazione e che insieme a quella di Reggio, superano entrambe il milione, fino a raggiungere quota 1.200.000 abitanti. Dunque, non se ne parli nemmeno. Una ipotesi di questo tipo - tagli o non tagli, frutto di pretesti vari ed infondati - è inaccettabile! Il ministro della Giustizia Orlando se ne faccia una ragione e rinunci a priori a riforme e leggi capestro, poiché non creda di poter trattare Reggio come se fosse un paesino sperduto di campagna o cose di questo genere. Bene fa il Sindaco di Reggio Giuseppe Falcomatà ad opporsi fermamente a qualsivoglia forma di declassamento (semmai servono ulteriori poteri e funzioni di rango alla Città) checchè ne possano pensare a Roma e dintorni, di trame e contro-trame da parte di spregiudicati fautori dello smantellamento dello Stato italiano, già ridotto a brandelli per via di politiche insensate e prese a pretesto, di improvvisazioni ed inadeguatezze sostanziali in diversi ambiti di proposta di riforme istituzionali. Pertanto mi unisco al volere ed all’appello del Sindaco Falcomatà ed anch’io affermo: “Sul nostro territorio devono crescere i presidi dello Stato e non viceversa”.

Gianfranco Tauro 

domenica 13 marzo 2016

Gran Prix FIE, fioretto femminile: A Cuba, l'Italia vola e sorpassa gli Usa. Arianna Errigo sale sul quinto podio internazionale

Al GP dell'Avana l'atleta italiana, dopo l'ennesima vittoria è primatista assoluta al ranking di Coppa del Mondo


Non c'è due senza tre? Ebbene si! Mai come questa volta il famoso proverbio risulta azzeccato. Per  la reggina "Arianna l'Invincibile", grande ed incontenibile è la gioia in questo quinto podio e terzo trionfo stagionale. Che è successivo a quello aggiudicato a Saint Maur e a Danzica. Ma vediamo il tabellino degli incontri.


Al tappeto finiscono nell'ordine, una per una: la schermitrice di Singapore Wenying Wang, sconfitta per 15-2, ovvero una passeggiata per Arianna. Seguono le vittorie contro le due sudcoreane Mina Kim (15-7) e l'esperta Hyunhee Nam (15-8), quest'ultima, battuta in semifinale. Ma non finisce qui. Nello scontro di bandiera italiana, a cadere sotto i colpi precisi e inferti dalla campionessa del mondo, le azzurre Alice Volpi (15-12) e Valentina Vezzali (15-11). E, ciliegina sulla torta, a rendere storica ed avvincente questa sesta tappa sull'arcipelago dei Caraibi, la vittoria in finale, contro la statunitense Lee Kiefer, sconfitta per 15-11.

Gianfranco Tauro

domenica 17 gennaio 2016

Sport, scherma: La reggina Arianna Errigo vittoriosa anche a Danzica

Nello scontro Italia-Russia, sulle rive del Mar Baltico, Arianna Errigo contro Inna Deriglazova, passa per 15-12 nelle semifinali e per 15-8 in finale. 

La campionessa del mondo Arianna Errigo stravince anche in terra polacca, nella quarta prova stagionale di coppa del mondo, onorando l’Italia per l’ennesima volta. La schermitrice italiana, brianzola di adozione, ma di origini reggine (Condofuri - paesino situato sulla costa jonica di Reggio - laddove è stata anche insignita della cittadinanza onoraria) sale nuovamente sul podio a Danzica, replicando al successo ottenuto in Francia nel nov. 2015, a Saint Maur. Ieri, nello scontro Italia-Russia, sulle rive del Mar Baltico, Arianna Errigo passa per 15-12 nelle semifinali e per 15-8 in finale.

Nel palmares dell’atleta reggina, solo per citare alcune tappe: Medaglia d’oro ai “giochi di Londra 2012” ;  coppa del Mondo di specialità nel 2009, 2012, 2013,2014; campionessa del mondo nel 2013 e nel 2014. Tanti titoli sportivi meritati che vanno ad aggiungersi a quelli vinti in età giovanile: nel 2004 vincitrice dei campionati del mondo cadetti a Plovidiv; nel 2006 vincitrice dei campionati europei a Poznan, aggiudicandosi l’oro nella competizione individuale e l’argento in quella a squadre; ancora nel 2009 agli europei di Plovdiv ha vinto l’oro nella gara a squadre; sempre nel 2009, ai mondiali di Antalia, un altro oro nella gara a squadre di fioretto e bronzo nella gara di fioretto individuale. Altre medaglie prestigiose vinte da Arianna: nel 2010 ai Mondiali di Scherma di Parigi (medaglia d’argento individuale, e medaglia d’oro in gara iridata fioretto a squadre); nel 2011 nei Mondiali di Scherma a Catania (medaglia d’argento) nella gara iridata di fioretto a squadre. 

Gianfranco Tauro

lunedì 11 gennaio 2016

NEL REGIME REAZIONARIO CHE AVANZA IN ITALIA, ANCH'IO VITTIMA DI CENSURA SU FACEBOOK

Anche in Italia, il social più popolare del mondo (contravvenendo sfacciatamente alla sua mission) ha osato ed osa censurare in maniera disinvolta, illegale e subdola, centinaia di utenti iscritti (me compreso). Col blocco degli account, impedendone l'accesso, al fine di vietare la libertà di manifestazione del pensiero, sebbene sia un diritto riconosciuto in tutti gli ordinamenti democratici.

CORREVA L'ANNO 2010 - "L'unica cosa che realmente mi interessa è la mia missione, rendere il mondo aperto". E' la frase dichiarata pubblicamente 5-6-anni fa da Mark Zuckerberg - il più famoso (co)fondatore di facebook - nel corso delle varie interviste che rilasciava a giornali e riviste.  Peccato però, che lo "studente di Harvard" e certi "team preposti amministratori di facebook", dislocati, piantonati e operanti negli Stati dei 5 Continenti del nostro pianeta terracqueo, non abbiano ancora realizzato (c'è sempre tempo per farlo) che "rendere il mondo aperto" non equivale a trattare da "sorvegliati speciali" determinati utenti del social (evidentemente rientro anch'io nella categoria) che - nella fattispecie in Italia - nel manifestare liberamente il proprio pensiero, risultano "scomodi" all'establishment e pertanto "passibili di censura". 

Art.10 della Convenzione Europea per la Salvaguardia dei Diritti dell'Uomo e delle Libertà Fondamentali - (ratificata dall'Italia con Legge 4 agosto 1955, n. 848 ) -
Ogni individuo ha diritto alla libertà di espressione. Tale diritto include la libertà di opinione e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità pubbliche e senza limiti di frontiera. La libertà dei media e il loro pluralismo sono rispettati.
Art.21 della Costituzione della Repubblica Italiana: « Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure. »

Mi sono chiesto più volte: - Chissà forse accadono questi abusi del diritto in Italia perchè nella nostra "democrazia" evidentemente una certa "casta prepotente" con soverchia e senza ritegno alcuno, si arroga arbitrariamente il diritto di calpestare all'occorrenza e a proprio piacimento la nostra Costituzione. O forse perchè "incoraggiati" dal tacito assenso di chi dovrebbe esserne garante, pur senza contare il silenzio di altri organi istituzionali importanti dello Stato? ...

MA VENIAMO AI FATTI - " Il tuo account è temporaneamente bloccato ... "  Cosi recitava la frase, quando verso il 7 set. 2015, mi accingevo ad effettuare il login per entrare sul mio profilo Facebook per postare alcune foto sul mio diario. Non riuscivo a credere ai miei occhi. Non mi sembrava possibile, visto che era la prima volta in vita mia a dover subìre una censura di questo tipo. Ma tant'è!

Dopo una vana attesa lunga diversi mesi (con l'inizio dell'anno nuovo 2016, entro nel V°mese di blocco ) in data odierna, decido di pubblicare sul mio blog (e sul mio portale) questo post. Avrei potuto farlo prima, ma ho pazientato illudendomi che il cosiddetto "team preposto alla sicurezza" (più esatto forse sarebbe corretto definirli: "abusivi e combriccola di banditi") tornassero sui loro passi; considerato che - nell'arco di tempo compreso tra gli inizi del mese di settembre 2015 a tutt'oggi - a seguito dello sblocco avvenuto "miracolosamente" negli ultimi 5 giorni del mese di ottobre u.s., in cui ero riuscito a pubblicare sul diario del mio profilo - http://facebook.com/gianfranco.taurogiusto in tempo, alcune foto, da me scattate nel mese precedente...

Alla data odierna, se non ho fatto male i conti, sono trascorsi più o meno 122 giorni che perdura ad oltranza il blocco abusivo (altro che blocco temporaneo) da parte dei "banditi" di cui sopra. Avessero almeno il coraggio di mostrare i loro volti al pubblico del social. 

Il presente articolo vale anche come atto di denuncia pubblica per richiamare l'attenzione delle autorità giudiziarie e di tutti gli organi competenti in materia, qualora volessero per la risoluzione del caso. Ciò in quanto non si tratta di difendere un singolo soggetto, giacchè è nell'interesse della collettività, stante ho avuto modo di leggere su internet centinaia di altri casi di censura simili al mio, in relazione alla libera manifestazione del pensiero.

Gianfranco Tauro