domenica 24 novembre 2013

L'Arcivescovo Emerito S.E. Vittorio Mondello sul valore del 'Concordato' tra Stato italiano e Vaticano

S.E. Vittorio Mondello, ospite, giovedì 21 novembre, del cammino formativo per i giovani over 18, dal titolo “Work in … work out: l’impresa della speranza”, promosso dall’associazione Attendiamoci O.n.l.u.s.
 
Reggio Calabria - Fa piacere sentire dalla viva voce di S.E. Vittorio Mondello - Arcivescovo Metropolita Emerito della diocesi di Reggio Calabria-Bova - il suo richiamo al pieno rispetto degli Accordi stipulati tra lo Stato italiano e il Vaticano, a suo tempo concordati. Ma il suo richiamo non si limita solo a questo.

Alquanto interessante il suo recente discorso, tenuto in qualità di ospite dell'associaz. 'Attendiamoci ONLUS', dinanzi ad una vasta platea di giovani. Dal mio punto di vista, oserei dire una Lectio Magistralis, di notevole importanza ed autorevolezza, oltrechè per la semplicità e chiarezza dei contenuti.

Un discorso dettagliato, quello dell'emerito Vittorio Mondello, scevro da petulanti quanto inutili omelìe formali e farraginose, queste ultime molto in voga nelle corde del suo successore, l'arcivescovo Giuseppe Fiorini Morosini, il quale, da due mesi a questa parte - da quando si è insediato sul soglio della sede reggina vescovile - non perde mai occasione di addurre a sofisticate argomentazioni religiose, tanto prolisse e fuorvianti, quanto intrise di dogmatismo clericale autoreferenziale e fine a se stesso.

Del discorso di Mons. Mondello, invece mi piace evidenziare alcuni passaggi del suo discorso: -
- Lo Stato italiano, dunque, è aconfessionale ma non è contro le religioni, è al servizio dei cittadini per aiutare la promozione degli stessi secondo i più vari interessi di ciascun individuo;

- l’art. 2 del Concordato, come modificato nell’ ’84, il quale afferma che “Stato e Chiesa cattolica sono, entrambi, autonomi ed indipendenti”: significa che lo Stato non può interferire nelle questioni che riguardano l’ordinamento ecclesiastico e viceversa. Il secondo comma dello stesso articolo ricorda che “Tuttavia, essi intendono collaborare per la promozione dell’uomo e il bene del Paese”. Lo Stato è al servizio del cittadino e la Chiesa deve interessarsi del tempo nel quale opera, perché vive nella storia...

- Nel mondo antico, in modo indissolubile si avvertiva l’unità tra “pólis” e divinità;

- Oggi la situazione in cui viviamo è differente: assistiamo al crescere di una mentalità fondata sull’agnosticismo, ma anche sul relativismo e l’indifferentismo

- È importante, dunque, riscoprire il senso della responsabilità, alla luce della visione della vita come un’impresa, che crei sviluppo per se stessi ma, soprattutto, per il bene della collettività.
 
Gianfranco Tauro

giovedì 24 ottobre 2013

Datagate: Merkel all'attacco. A seguire altri Stati membri della Ue.L'Europa finalmente smaschera USA e Gran Bretagna

PER LA SERIE: "ALTRO CHE DATAGATE. GLI STRANI IMPERIALISTI GUARDONI DAL BUCO DELLA SERRATURA" - USI, COSTUMI E VIZI DEGLI ANGLO-AMERICANI.
 
D'altronde era prevedibile, ora tutti a scandalizzarsi. Lo spionaggio illegale e indiscriminato, le violazioni della privacy nei confronti non solo di esponenti politici ma soprattutto nei confronti di milioni di cittadini civili, vittime ignare o consapevoli, siano essi appartenenti a Stati cosiddetti "Alleati" o meno, è prassi consolidata - sull'asse Londra-Washington - nel loro DNA antropologico, sociologico e culturale. Sfido chiunque a sostenere il contrario.
 
Tali scorrettezze ed azioni illegali, in contrasto ed in violazione tanto con l'etica formale e sostanziale, quanto sul piano giuridico civile e penale, nell'ambito del diritto internazionale e del diritto diplomatico, meriterebbero di essere perseguiti legalmente dai tribunali internazionali preposti attraverso sanzioni e punizioni esemplari. Non solo nei confronti di coloro i quali hanno dato ordini a quello che io definisco l' "Origliamento internazionale di massa" ma anche e in quanto Stati e governi Entità giuridiche, tenuti a risponderne effettivamente con annessi e connessi di risarcimento morale ed economico, sia sul piano individuale a favore dei cittadini vittime dello spionaggio informatico e telefonico, sia verso gli Stati europei vittime (di cui anche l'Italia) per il venir meno del rapporto fiduciario...
 
Gianfranco Tauro

mercoledì 25 settembre 2013

Nobel per la pace a Roberto Vecchioni? Pare si tratti di una bufala

Cosi ho letto su rockit.it nell'articolo pubblicato ieri a firma di tale Marco Villa
Bufala o non bufala, se il Prof. Roberto Vecchioni - grande intellettuale, insegnante e letterato umanista, nonchè grande compositore musicale ed eccellente cantautore - ricevesse in premio il Nobel per la pace, dove starebbe lo scandalo o lo stupore? E dunque, io mi chiedo, perchè no?

Con questo non intendo certo dire che non vi siano altri degni nomi in Italia e nel mondo per ambìre a tale prestigiosa riconoscenza. Ma non sono d'accordo con coloro i quali si permettono di ironizzare scioccamente sulla figura dell'artista Roberto Vecchioni, quale eventuale o potenziale candidato al Nobel.

Se penso che tra i tanti Premi Nobel per la pace si annoverano i nomi di personaggi contemporanei alquanto guerrafondai e discutibili, tra cui spiccano i nomi di politici statunitensi come Henry KISSINGER e l'attuale presidente USA Barack OBAMA, francamente mi viene la pelle d'oca e provo un senso di turbamento, misto a rabbia, imbarazzo ed incredulità sconcertante. Io mi chiedo, come sia stato possibile che ciò si sia avverato... se questa non è pura follia da parte di chi ha inteso premiarli.

Soltanto il semplice fatto, che tra i motivi per cui vi sia stata la consegna del Nobel per la pace ad Obama è scritto: - “per lo straordinario apporto volto a rafforzare la diplomazia internazionale e la cooperazione tra i popoli” - io rimango sorpreso e di stucco.

Ma come, se è da più un anno che mister Obama sulla questione siriana, se ne infischia sfacciatamente della pace e della cooperazione tra i popoli - quasi fosse un dio in terra padrone del mondo - calpesta continuamente la 'via diplomatica', nonchè la Carta dell'ONU e la collaborazione diplomatica e fattiva con altri Stati moderati e più responsabili, in vista di una celere soluzione pacifica del conflitto interno, tanto in Siria quanto in altri conflitti regionali in Asia e nel Medio-Oriente, di che cosa stiamo parlando? Chi è che arma i ribelli terroristi in Siria ed altrove per creare caos, instabilità e disordine sociale? Non sono forse gli anglo-franco-americani in ottica neocolonialista ed imperialista nel cosidetto "Grande Gioco" geopolitico di espansione territoriale e di accaparramento delle risorse su scala planetaria?

Chissà quante persone nel mondo si staranno chiedendo da anni se, sul banco degli imputati, dinanzi ai Tribunali penali delle Corti internazionali di giustizia, in luogo dei cosiddetti tiranni non graditi dagli inglesi, dai francesi e dagli americani, andassero invece i neocolonialisti guerrafondai, da Kissinger in poi, passando per Obama, Cameron, Sarkozy ed Hollande, i quali si sono macchiati di crimini di guerra in violazione delle norme del diritto internazionale e di crimini contro l'umanità, io credo non ci sarebbe di che meravigliarsi: dal momento che i genocidi contemporanei post-guerra fredda sotto l'egida del comando NATO, hanno lasciato sui territori di tante aree del mondo milioni di cadaveri, tra civili di anziani, donne, madri e bambini inermi. E tutta questa crudeltà, purtroppo non è stata una bufala, ma inciviltà, barbarie e disumanità.
Gianfranco Tauro

lunedì 23 settembre 2013

Reggina, altro risultato deludente in casa al Granillo. Contro il Novara finisce in parità 1-1

Ennesimo passo falso interno della Reggina di Lillo Foti targata Atzori. Dopo il kappaò disastroso e vergognoso per 4 reti a 0 rimediato in quel di Trapani (matricola neopromossa) la Reggina delude ancora: 1-1 e pari interno nella gara disputata sabato scorso contro il Novara. Altri 2 punti persi in classifica che sommati ad almeno altri 3 persi per strada, fanno 5.
 
In altra situazione normale e consona al potenziale amaranto, con un altro allenatore valido e coraggioso, la Reggina sarebbe attualmente sola a 11 punti - seconda in classifica - dietro l'Empoli a quota 13. E invece siamo qui a leccarci le ferite: 6 miseri punti e un distacco di 7 punti dalla vetta. Che non sono molti per recuperarli ( solo un altro allenatore vincente e valido può riuscire a recuperarli ) ma nemmeno pochi. Tuttavia Foti tace.
 
Ogni tanto recita qualche "omelia" in stile decadente come è da par suo, per dire che lui vuole sempre vincere: in fatti lo abbiamo visto. Foti continua ad applaudire "il non gioco e soprattutto i risultati negativi" per sostenere scioccamente questo andazzo...E Atzori, ostinato a perseguire le sue tattiche sbagliate? Preferisce mandare in campo l'inesperto Dall'Oglio al posto dell'esperto e competente De Rose, quest'ultimo tra i pochi centrocampisti a saper verticalizzare palloni invitanti e vincenti in proiezione offensiva per gli attaccanti. E vogliamo parlare di Rigoni? Anche lui tenuto in disparte, non trova spazio nemmeno nel secondo tempo. E il Novara? Una provinciale che fino a due anni fa e per quasi mezzo secolo militava nelle categorie inferiori. Salvo che per Atzori, che secondo il suo dire e fare, tutte le squadre cadette, persino le matricole Latina e Carpi, o altre squadrette tipo Cittadella, Juve Stabia sono da temere, in quanto più forti della Reggina.
 
Neanche un ignorante in materia di calcio avrebbe pronunciato o teorizzato simili contumelie nei confronti della Reggina. Non solo perchè le sue famose esternazioni azzardate già dopo qualche settimana dal debutto in questo campionato, erano e sono false e prive di fondamento; ma anche e soprattutto - sono apparse ai più - come una mancanza di rispetto verso la Reggina e i suoi tifosi. Io mi chiedo: Ma quando Atzori è stato richiamato a Reggio dal sig. Foti, non ha recepito bene quali fossero i programmi? E se lo sapeva perchè ci troviamo in questa situazione deficitaria in classifica a dir poco ridicola? Eppure, la Reggina, alla vigilia del campionato in corso, sia nel programma societario, sia nella campagna acquisti, è stata costruita per competere ad alti livelli: ovvero, nella lotta diretta per uno dei primi due posti in classifica, validi per il salto di categoria in serie A. Ma pur tuttavia, altre squadrette tecnicamente inferiori alla Reggina, ci precedono in classifica...
 
I Di Michele, Benassi, Colucci, Adejo, Lucioni, Gerardi, Strasser, Cocco, Rigoni, De Rose, Maza, Ipsa, Foglio, Contessa, Dall'Oglio, Fishnaller, Falco, compresi i prodotti del vivaio Maicon, Louzada sono tutti giocatori che molte squadre cadette ci invidiano, e noi siamo qui a leccarci le ferite. Ma il sig. Foti "stranamente", si smentisce sempre tra quello che dichiara pubblicamente e quelli che sono i risultati disastrosi in campo. E adesso ci troviamo con una Reggina allo sbando, già fiacca e senza mordente offensivo, disunita ed approssimativa. Ma lui, il massimo dirigente amaranto, resta impassibile, e non fa nulla per una inversione di rotta... Ne prendiamo atto, io per primo come tifoso amaranto appassionato e deluso. Un presidente che non è anche primo tifoso della propria squadra, non è degno di fare il presidente. Perchè evidentemente non fa gli interessi della sua squadra, nella fattispecie la Reggina, ma naviga a vista, come un presidente senza polso, senza arte nè parte... Guardate anche i risultati della Reggina primavera: ho letto poco fa la notizia: Livorno batte Reggina 5-0. Umiliazioni su umiliazioni che certamente il popolo amaranto non merita. A che serve vantarsi di avere un vivaio organizzato e di spessore (e su questo non ci piove) se poi il sig. Foti prende schiaffi a destra e a manca? Infine - ritornando alla rosa della prima squadra - un'ultima cosa: Sig. presidente Lillo Foti che fine ha fatto il fantasista Falco, colui che doveva e può darci quel quid in più per competere ad altissimi livelli? Perchè non gioca ed è stato escluso dalle convocazioni?
 
Gianfranco Tauro

martedì 17 settembre 2013

Reggio, incendio a Chiesa ortodossa. Il silenzio dell'arcivescovo Morosini

Singolare il fatto che il nuovo vescovo di Reggio-Bova S.E. Mons. Giuseppe Fiorini MOROSINI non abbia speso una parola forte di solidarietà verso la comunità dei fedeli ortodossi e di condanna contro gli autori dell'atto teppistico, con cui è stato appiccato fuoco nella Chiesa reggina cristiano-ortodossa San Paolo dei Greci, in pieno giorno e mentre veniva celebrata la messa due giorni addietro.

Un vero cristiano, in ispecie e soprattutto una qualsiasi autorità ecclesiastica o un qualunque vescovo cattolico che si ponga alla guida e al servizio pastorale di una qualsiasi diocesi, non può ignorare un simile atto criminoso rimanendo indifferente e in silenzio. Quando viene colpita una qualsiasi istituzione cristiana, sia essa di rito romano o bizantino, sia essa di rito occidentale o orientale, non fa alcuna differenza: ad essere colpita al cuore in quel momento di vile gesto vandalico, è tutta la comunità cristiana globale nel suo insieme e nei suoi valori. A prescindere dal patriarcato a cui appartiene la cattedrale.

Nessuna delle diocesi cattolico-romane della provincia reggina ha avuto il buon senso di indignarsi e condannare il vile attentato. Non una parola di solidarietà è stata finora pronunciata dal neo-vescovo Mons. Giuseppe Fiorini Morosini della diocesi Reggio-Bova, nè dall'amministratore diocesano ad interim Mons. Cornelio Femia della diocesi Locri-Gerace, nè da parte di Mons. Francesco Milito della diocesi di Oppido Mamertina-Palmi.

A che serve dichiararsi cristiani - a parole - se poi nei fatti, tali non si è? Cui prodest tutto ciò?
 
Gianfranco Tauro

mercoledì 3 luglio 2013

La Cina emana una Legge sulla «pietà filiale». Nel rispetto del pensiero cinese di tradizione confuciana

DELL'AMORE FILIALE IN CINA...

E' da decenni e decenni che nel nostro occidente "industrializzato e civile", soprattutto negli USA, stampa nazionale e governi che si sono succeduti, si riempiono frequentemente la bocca parlando e straparlando male della Cina in tema di diritti umani. Ed invece farebbero bene politici e politicanti di ogni ordine e grado, o gli "esperti" del cosiddetto "Welfare State" a tacere e farsi un bagno di umiltà...

E' legge in Cina l'amore filiale. Co
me riporta la notizia il 'Corriere della Sera': - Le autorità cinesi impongono per decreto il ritorno ai valori della società confuciana. Una norma per arginare la piaga dei vecchi abbandonati.

Forse sarebbe più opportuno che gli Obama, gli Hollande e i Cameron di turno - invece che occuparsi di "guerre preventive", invece di approvare leggi a favore dei matrimoni gay e quant'altro di aberrante e riprovevole che va contro e a danno dell'intera umanità - andassero per un periodo in Cina a prendere lezione dai cinesi, su alcuni principi fondamentali validi in ogni epoca storica. Ne andrebbe a vantaggio di tutti e renderebbe migliori i rapporti sociali di ciascun popolo. Per una convivenza civile dal volto umano. Come esempio di alta valenza sociale e morale per le future generazioni.

In Cina, l'Associazione nazionale per gli anziani, che dipende dal ministero Affari civili, ha diffuso 24 «consigli» tra i quali: portare anche moglie e figli a trovare suoceri e nonni; ricordarsi dei loro compleanni e festeggiarli; telefonare. Appoggiarli se restano vedovi e decidono di risposarsi, parlare di cose profonde...

Tutto questo, significa amore e comprensione. L'Italia come è organizzata da questo punto di vista? Rispetta quello che è l'amore filiale? Macchè, neanche se questo nasce spontaneo. Ed allora? Meglio stendere un velo pietoso. Altro che "Welfare State"... In Italia vanno di moda i soprusi e le angherie. Addirittura chi commette violazioni di legge e abusi di potere viene promosso e premiato a cariche e livelli superiori economici e di grado.

Io personalmente, sulla mia pelle, ne ho pagato le conseguenze.

Addirittura in Italia dirigenti di grandi aziende pubbliche, o funzionari e boiardi di Stato, si permettono pure il lusso in maniera arrogante ed arbitraria di violare e non rispettare certe leggi, che pur ci sono. Soprattutto quelle che dovrebbero tutelare l'assistenza costante e globale su richiesta da parte dei figli verso i propri genitori o i propri cari. Mi riferisco alla Legge 104/92.

E vengo al dunque, in sintesi: Dopo quasi 14 anni di servizio - dall'apr. 1992 al dic. 2005 - come lavoratore dipendente nelle Ferrovie dello Stato (RFI) sono stato costretto a lasciare il posto di lavoro per essermi vista rifiutata la domanda di trasferimento a Reggio Calabria, da me presentata nel dic. 2002 - in base alla suddetta Legge 104/92 - dai direttori del Compartimento di Venezia ( Ing. Bellio Elio e Ing. Fiorin Enzo ) ciò perchè e in quanto nel marzo 2002, mio padre Alfredo, colpito da ictus cerebrale ( e morto il giorno 01 feb. 2012) era stato riconosciuto - dalle Commissioni sanitarie invalidi civili di Reggio Calabria - invalido permanente al 100% per emiplegia emisoma sx. Dopo vane promesse, e dopo aver atteso inutilmente per 3 anni, tra continui viaggi che percorrevo su e giù in treno da Padova (dove ero domiciliato in una stanza dormitorio sopra la staz. di Padova Campo Marte) a Reggio Calabria (dove abito e risiedo sin dalla nascita) ai fini di un'assistenza seppur minima, sebbene inadeguata e parziale, non continuativa e globale (in contrasto ed in violazione alla Legge 104/92) mi venivano concessi saltuariamente congedi e giorni di aspettativa non retribuita fino ad esaurimento dei giorni stessi...Che, ovviamente non erano sufficienti e non risolvevano il problema, se non si è presenti sul posto per qualsiasi emergenza. Ancora sono in attesa che si svolga la prima udienza di terzo grado in Corte di Cassazione in Roma, dopo che io (tramite il mio avvocato Innocenzo Megali del foro di Venezia) in questi ultimi anni ho presentato i relativi ricorsi contro le Ferrovie dello Stato ( in primo e secondo grado i giudici delle corti veneziane non hanno inteso darmi ragione) per riavere il mio posto di lavoro.

Ma anche qui, per abuso di potere di certi dirigenti aziendali, ignoranti ed avventurieri senza scrupoli, assurti ad alte cariche di responsabilità (vedasi i due ingegneri di cui sopra) pur senza averne i meriti e le competenze umane e professionali, si consente loro di prevaricare o di agire in maniera disonesta e trasgressiva di fronte alle Leggi dello Stato.


Povera Italia! In che mani ci troviamo.
 
Gianfranco Tauro

martedì 25 giugno 2013

Mozione F-35 - Il governo Letta, tra veti incrociati e mediazioni, appare ancora indeciso per un NO definitivo sull'acquisto degli inutili cacciabombardieri


MOZIONE SU GLI F-35 - se ne discute oggi in Parlamento.

Partiamo dalla nostra Carta costituzionale

- Art. 1 della Costituzione italiana

« L’Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione. »

- Art. 11 della Costit
uzione italiana
« L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali...»

Ergo, mi verrebbe da dire: - Ma quale mediazione! Si abbia il coraggio di dire NO in blocco trasversale alle ignobili richieste di stampo imperialista degli anglo-americani. Perchè in realtà, al di là di tutto, di questo si tratta. L'Italia non ha bisogno dei cacciabombardieri F-35. Questi ultimi per di più, sono materialmente e tecnicamente difettosi ("a prescindere" come direbbe Totò) e di fatto - mentre oltre al danno rileviamo la beffa sul piano morale ed economico - rappresentano altresì, "una patacca bella e buona ed un affare sporco di carattere speculativo", da parte di quanti sono coinvolti nella compravendita degli stessi. Purtroppo molti tra i nostri politicanti da strapazzo, in combutta con manager e faccendieri di ogni tipo, non hanno ancora imparato la lezione. Costoro, forse non sanno o hanno la memoria corta; di fronte a quello che fu sul finire degli anni '70, il cosiddetto "scandalo Lockheed": per i più distratti, vale la pena ricordare, tale scandalo evidenziò gravi casi di corruzione, con al seguito tangenti e quant'altro...

Ancor più grave se si pensa, fu il fatto - nel marasma generale dell'inchiesta giudiziaria - nello scandalo furono coinvolti ingiustamente il presidente della DC Aldo Moro (prima che venisse sequestrato ed ucciso) e successivamente il presidente della Repubblica Giovanni Leone. Entrambi i due esponenti politici, sebbene estranei ai reati contestati, furono messi alla gogna mediatico-giudiziaria: - di Aldo Moro sappiamo il drammatico e tragico epilogo, dovuto anche e soprattutto per altri fattori di politica internazionale; l'On. Giovanni Leone, pur essendo uomo stimato e di specchiata onestà morale ed intellettuale, fu costretto alle dimissioni da capo dello Stato, per poi essere assolto.

Tra parentesi, da segnalare per onor di cronaca: Giovanni Leone dovette subìre l'umiliazione di non avere avuto molta solidarietà tra i suoi colleghi politici o parlamentari, tra cui spicca la figura della falsa-moralista, attuale ministra degli Esteri Bonino Emma, la quale per partito preso, accusò e condannò pubblicamente (salvo poi chiedergli scusa per opportunismo) l'On. Giovanni Leone, giudicandolo colpevole per i reati ascritti, ancor prima della sentenza definitiva di non colpevolezza dello stesso presidente. Per non parlare della pseudo-giornalista Camilla Cederna, la quale ci ricamò sopra: in maniera alquanto infondata oltraggiò e diffamò a piene mani - con la stesura di un libro vergognoso - l'On. Leone sul caso in questione.

Chiusa la parentesi, per tornare sull'attualità, circa la mozione sugli F-35: - In nome della sovranità popolare (contraria all'acquisto e alla installazione dei cacciabombardieri ) visti gli art. 1 e 11 della Costituzione italiana, propongo e dichiaro quanto segue:

Il ministro della difesa Mario Mauro, se ha un briciolo di dignità personale e politica, dovrebbe dimettersi seduta stante. Insieme a lui, farebbero bene a ritirarsi ed uscire dalla scena politica, prima che sia troppo tardi, tutti gli altri politici e politicanti favorevoli alla approvazione della mozione, prevista quest'oggi in Parlamento, in merito all'acquisto dei cacciabombardieri.

Propongo altresi, al Governo Letta, che i 14 miliardi di euro inizialmente previsti per l'aquisto e l'installazione degli F-35, siano in parte destinati e distribuiti per la costituzione di un Fondo Straordinario a favore dei disoccupati (sussidio provvisorio economico) e al rilancio delle imprese, per finanziare la scuola e la Cultura, le Arti e i mestieri, l'artigianato.

Gianfranco Tauro  

mercoledì 22 maggio 2013

Le riforme cosiddette "minimaliste" del berlusconiano Brunetta

PER LA SERIE, ecco a voi: LE "RIFORME ALL'ITALIANA", OVVERO: -

- Quelli che...in linea con la solita farsa che dura da 30 anni, intenti a battere la consueta e noiosa solfa delle "pseudo-riforme all'italiana", (quelle che in realtà non esistono degne di tale nome) utili e funzionali solo alla casta dei privilegiati ( sia di centro-destra che di centro-sinistra). Quelli che... in apparenza e a parole, in pubblico si mostrano rivali e avversari politici, ma dentro le segrete stanze del potere, stanno sostanzialmente uniti a quel blocco trasversale oligarchico, duro a morire, e figlio del più cupo conservatorismo reazionario e destabilizzante...
Per darvene una prova a sostegno della mia tesi, in tema di riforma elettorale, ecco le recenti dichiarazioni in un vertice di maggioranza, del capogruppo PdL alla Camera Brunetta: - “C’è un accordo a fare una riforma minimalista che ricostituzionalizzi il porcellum in tempi brevi che metta in sicurezza il sistema elettorale nel caso in cui si vada al voto in tempi brevi. È una rete di sicurezza da utilizzarsi subito, Dio non voglia”.

Ora io vorrei capire una cosa: Se l'attuale legge elettorale è stata definita col termine "Porcellum" anche e soprattutto perchè essa è incostituzionale, come può il sig. Brunetta fare "una riforma minimalista che ricostituzionalizzi il porcellum" ? O uno come Brunetta (e suoi compagni al seguito) è sciocco di sè o ci fa...

Gli elettori italiani ( e meno male che io per coscienza nell'ultima tornata elettorale non ho votato) per 3 tornate elettorali nell'arco degli ultimi 7 anni non hanno eletto i loro rappresentanti ma si sono ritrovati con un Parlamento di "nominati" - salvo accorgersi, poco tempo fa la Consulta - che il Porcellum (e coloro che l'hanno sostenuta) è una legge imbroglio e anticostituzionale.

Tutti si riempiono la bocca parlando di riforme, di priorità sul lavoro e di cambiamenti urgenti per il bene del Paese. Ma poi, alla prova dei fatti, in linea col "Teatrino Nazionale Opera dei Pupi" i cui capi e gran parte dei politicanti dei vari schieramenti politici, nell'ottica più becera e qualunquista, ripropone la solita "minestra riscaldata" denominata all'uopo: "riforma minimalista".

Si tratti di "Porcellum" o "Mattarellum" (altro sistema, già ri-proposto giorni fa da settori del PD) in entrambi i casi, per ciò che riguarda la riforma elettorale, ci troviamo di fronte a un blocco inciucista conservatore reazionario e truffaldino.

Ora io mi chiedo: Perchè in ambito dei vari sistemi elettorali in vigore anche in altri Paesi europei, non viene preso in considerazione ad esempio, il sistema elettorale tedesco ( che secondo me potrebbe fare al caso nostro) proporzionale, con clausola di sbarramento del 5% o altra percentuale, non è questo il punto, quale soglia minima di voti per entrare in Parlamento? Non si vuole il sistema tedesco? Si esaminino altri sistemi vigenti in altri Paesi.

L'importante è che vengano proposti sistemi elettorali rappresentativi con cui si determinano gli orientamenti e le preferenze degli elettori. Questo è un modo serio di fare una riforma elettorale. Altrimenti è solo aria fritta, o nella peggiore delle ipotesi, siamo di fronte ad elaborazioni contorte sviluppate su meccanismi-truffa da "furbetti del quartierino".
Gianfranco Tauro

domenica 21 aprile 2013

" BENTORNATO AL QUIRINALE " On. Giorgio Napolitano

Potrà sembrarvi strano cari italiani, ma se devo essere sincero, il colpo a sorpresa - Mike Bongiorno avrebbe detto 'colpo di scena' - della rielezione di "Re" Giorgio Napolitano (sono stato il primo italiano ad attribuirgli tale titolo per un certo periodo...) lo considero un fatto positivo per tanti aspetti.

Per quanto mi riguarda, ho accolt
o il responso delle urne in Montecitorio con moderata soddisfazione e con un certo "realismo ottimista". E non solo perchè - a distanza di pochissimo tempo dopo la sua uscita - il ritorno dell'On. Napolitano sulla poltrona del Quirinale è un fatto senza precedenti nella storia repubblicana dell'Italia.

Ma proprio per questo e... Alla luce di quanto abbiamo assistito nel corso dei primi scrutini, senza averne cavato un ragno dal buco da parte degli elettori preposti, vuoi per la puntuale e legittima autonomia dei franchi tiratori (ai quali io alla vigilia del voto ho sollecitato e incitato a mezzo social e blog, il loro ruolo determinante) vuoi per i veti incrociati dei tre maggiori raggruppamenti partitocratici, fatto sta che nessuno dei candidati prescelti dalle forze politiche ha raggiunto il quorum sufficiente per la scalata sul Colle.

Mi spiego meglio: - Nel mio recente post pubblicato in data 17 apr. 2013 ( di cui potete ancora prendere visione ) avevo auspicato per il Quirinale la nomina di un Presidente super partes - svincolato dalle logiche di partito fine a se stesse - e "adatto per le situazioni difficili" come fu all'epoca nel 1978 quando fu eletto il socialista On. Sandro Pertini...

E poichè - francamente - dal mio punto di vista, nè Franco Marini (non basta fumare la pipa per credersi di emulare o ritenersi all'altezza dell'eroe partigiano savonese) nè Rodotà, nè la maggior parte i componenti la rosa dei "presidenziabili" già esplicitati pubblicamente, potevano e possono vantare il requisito di presidente "al di sopra delle parti" eccovi spiegato i motivi per i quali il ritorno di "Re Giorgio" dovrebbe essere intravisto come: "un bicchiere mezzo vuoto e mezzo pieno"... e che potrebbe gettare le basi in prospettiva futura, per dare i suoi frutti in tema di riforme istituzionali, previa elezione di Assemblea Costituente tra qualche anno (almeno io lo spero) dopo che, il nuovo Esecutivo di governo che andrà a formalizzarsi nei prossimi giorni darà come primo input attuativo: la riforma elettorale - dalla quale non si può prescindere, se si vuole puntare ad un inizio di cambiamento per una successiva politica di stabilità governativa.

Inoltre, a conclusione del mio discorso, dico che - in questo frangente - è doveroso da parte di tutti gli italiani ringraziare l'On. Napolitano, il quale - malgrado la sua età non più verde e, vista la situazione di stallo in cui è venuto a trovarsi il Parlamento, incapace di eleggere un nuovo presidente della Repubblica - ha accettato (probabilmente chi lo sa, in via provvisoria, come avvenne per altri aspetti non proprio simili, l'elezione del primo presidente della Repubblica, Enrico De Nicola ) per senso di responsabilità e con tanta generosità, la seconda chiamata per esercitare il suo secondo mandato presidenziale.

Il mio "Bentornato presidente Napolitano" e buon lavoro!


Gianfranco Tauro


PS: D'altro canto, in questi giorni, politicamente parlando, mi sentivo già un pò orfano da solo al Quirinale nelle vesti di Arconte/Console da quando mi sono insediato per autoproclamazione e senso di responsabilità come cittadino italiano nel mese di feb. u.s.. Dell'assenza di Napolitano, senza un valido sostituto, ne avvertivo un pò la mancanza: Con "Re Giorgio" , seppur abbiamo avuto negli ultimi mesi opinioni politiche contrastanti e forti dissensi anche sul piano metodologico (e probabilmente ne avremo ancora, ciascuno nel rispetto dei propri ruoli) mi ci sono ormai affezionato. Da domani, quando Giorgio Napolitano pronuncerà il suo discorso e presterà giuramento come è consuetudine nella prassi, prometto mia leale collaborazione politica e programmatica, a supporto e in sintonia degli interessi dello Stato italiano e dei suoi cittadini.

mercoledì 17 aprile 2013

ELEZIONI PER IL NUOVO INQUILINO AL QUIRINALE: « FRANCHI TIRATORI PER LA GRANDE ITALIA, UNITEVI ! »

" FRANCHI TIRATORI PER LA GRANDE ITALIA, UNITEVI " !

E' questo l'appello che lancio ai grandi elettori e ai parlamentari responsabili, intellettualmente onesti, che si accingeranno nei prossimi giorni a partire da domani, per eleggere il nuovo Presidente del
la Repubblica.

Se vogliamo uscire dalla palude del conformismo e dalla situazione stagnante e di inerzia grave in cui versa l'Italia, occorre fare quadrato intorno ad una persona veramente super partes, che abbia abbastanza personalità, senso dello Stato e spirito di orgoglio e di riscatto nazionale. Una persona autorevole e culturalmente preparata, favorevole alle riforme istituzionali; e che sia all'altezza dell'incarico che andrà a ricoprire, in vista delle sfide nazionali ed internazionali verso cui occorre essere sempre pronti e determinati.

E' necessario uno scatto d'orgoglio nazionale. E' necessaria una figura istituzionale "adatta per le situazioni difficili". Come avvenne nel 1978 con l'elezione a sorpresa di Sandro Pertini; il quale ruppe gli schemi dei veti incrociati tra i partiti, rimasti spiazzati dopo che Egli, nel corso di una intervista - ricordo perfettamente - disse pubblicamente che occorreva eleggere un Presidente superpartes: una sorta di conferma all'autocandidatura presidenziale, essendo Egli unanimamente riconosciuto da tutti gli opposti schieramenti un politico al di sopra delle parti, avendolo dimostrato in precedenza nei fatti, anche in qualità di Presidente della Camera dei Deputati.

Ho ancora scolpito nella memoria il suo discorso di insediamento ad elezione avvenuta davanti alle Camere riunite del Parlamento italiano. Fu un discorso schietto, conciso, eloquente e commovente allo stesso tempo. In un periodo storico tragico per l'Italia, coincidente e a seguito del sequestro e dell'uccisione dell'On. Aldo Moro.

Sandro Pertini, oltre a citare il leader democristiano nell'introduzione del suo memorabile discorso - dicendo che se fosse rimasto in vita, sarebbe spettato allo stesso Moro la presidenza della Repubblica - confermò le sue intenzioni di voler essere il Presidente di tutti gli italiani, ovvero: colui che cessava di essere esponente socialista di parte... come infatti dimostrò in concreto nel corso del suo brillante settennato presidenziale.
 
Gianfranco Tauro

sabato 30 marzo 2013

Farnesina 'ad interim' per Mario Monti. Il presidente Giorgio Napolitano lo nomina ministro degli esteri dopo le dimissioni di Giulio Maria Terzi

Mi viene da ridere quando noto come abbia potuto l'On. Giorgio Napolitano affidare nelle mani del prof. Mario Monti anche l'interim della Farnesina. Come se non bastasse, il pasticcio da "dilettanti allo sbaraglio" che il pseudo-governo Monti nella sua interezza ha combinato di recente al cospetto dell'India per il caso marò, la dice lunga in che situazione si trova l'Italia. L'aver addossato tutte le colpe a Giulio Maria Terzi ( il quale ha fatto bene a dimettersi) fa intuire il clima di confusione che regna nei Palazzi istituzionali della capitale. L'India? Una nazione rispettabilissima, ma di sicuro non è una super-potenza che possa permettersi il lusso di schiaffeggiare l'Italia e provocarla continuamente cosi come ha fatto e continua a fare, nella consapevolezza ovviamente di avere a che fare con un 'governo fantoccio' italiano a guida Monti. Gli italiani non ci stanno ad essere sbeffeggiati e ridicolizzati dall'India. L'aver affidato la guida agli esteri, seppur ad interim a Mario Monti - da parte dell'On. Giorgio Napolitano - significa essere caduti dalla padella alla brace in termini di azione diplomatica dell'Italia sul piano internazionale.
 
Per l'On. Giorgio Napolitano il governo Monti è ancora in carica. Come può un ex governo tecnico già scaduto e liquefatto ritenersi operativo ( Napolitano dovrebbe spiegarlo agli italiani e ai cultori del Diritto costituzionale) a seguito di un Parlamento, quello italiano, da poco eletto e in parte rinnovato? Se non si è riusciti ancora a formarne uno nuovo in quanto le forze politiche ( presi da panico e in osservanza al teatrino con cui recitano la parte) pongono veti incrociati, per cui si ostinano a formare una maggioranza anche per risolvere i minimi problemi, di cui tutti (a parole) sostengono di trovare una convergenza.
 
Con quale autorevolezza e legittimità istituzionale il presidente Napolitano può conferire l'operatività a Monti e ai suoi ministri? A me pare che l'Italia, se non ha ancora toccato il fondo, ci siamo quasi. Come possiamo giustificare i milioni di euro spesi per le ultime elezioni, che dovevano garantire la formazione di un governo politico in luogo di quello tecnico, se il Presidente della Repubblica insiste nel considerare legittimo un ex governo tecnico uscente? Se non è una farsa questa, io mi chiedo: Siamo per caso su 'scherzi a parte'? Inoltre: Nel corso della recente campagna elettorale che ha preceduto le ultime consultazioni elettorali, i leaders dei diversi partiti facevano a gara e urlavano con veemenza (tra uno smacchiare di giaguaro e l'altro tra di loro "avversari politici" in campo) la legittimità alla guida di un nuovo governo, nella logica bipolare dei consueti schieramenti cosiddetti di centro-destra o di centro-sinistra. Ciascuno dei leader sbraitava in Tv e nelle piazze italiane. Persino il portavoce Beppe Grillo dell'M5S parlava di tsunami che avrebbe dovuto rivoluzionare il quadro politico nazionale. Arrivati alla prova del nove, a cosa abbiamo assistito nelle ultime settimane? Nessuno di loro ha il coraggio di assumersi la responsabilità di costituire una maggioranza parlamentare...
 
Da leoni quali volevano apparire dinanzi al popolo italiano, i vari protagonisti delle forze politiche, si sono rivelati per quello che sono, ovvero: dei conigli impauriti. Il portavoce Grillo e il cavaliere Berlusconi su tutti. E gli altri a fare il coro. Per concludere, io dico: se da una parte, come cittadino italiano mi rammarico nel vedere non ancora costituita la formazione di un nuovo governo, dall'altra posso sicuramente e legittimamente rivendicare le mie previsioni pre-elettorali, quando nel mese di febbraio u.s. non andai a votare e parlai di "partito trasversale" dei poli, e di sfascio "telecomandato"... Se è vero come è vero i sedicenti rivoluzionari vecchi e nuovi della casta partitocratica vecchio stile, a parole si scagliavano e si scagliano tuttora contro il governo tecnico Monti, mentre adesso gli stanno tutti dietro come dei cagnolini bastonati e come se nulla fosse, in una sorta di teatro da opera dei pupi... Povera Italia!
 
Gianfranco Tauro

lunedì 11 febbraio 2013

La mia lettera al Santo Padre Benedetto XVI dopo le sue odierne dimissioni

A Sua Santità il Papa Vescovo di Roma Benedetto XVI -
Santa Sede c/o Città del Vaticano - R O M A

Reverendissimo Santo Padre,

La notizia delle sue dimissioni con rinuncia del Suo Alto Magistero nella guida della Chiesa Cattolica Romana mi ha colto di sorpresa come un fulmine a ciel sereno.

Pur nel rispetto delle sue decisioni - forse dettate da un momento di debolezza e di sconforto dovute al peso del suo incarico ed ai tantissimi problemi che attanagliano il mondo intero - avrei preferito che Lei, per il bene della Chiesa Cattolica, per il bene dell'Italia e per il bene dell'Europa, rimanesse saldo al suo posto, in qualità di Successore di San Pietro affidatoLe per mano dei Cardinali il 19 aprile 2005.

Per quanto alle Sue giustificazioni addotte di cui ho letto a mezzo stampa on-line relativamente alla frase in latino "ingravescentem aetatem" mi permetta di dire - se mi è consentito - di non essere daccordo con Lei, nella misura in cui, il Suo predecessore polacco, il Beato Giovanni Paolo II, sebbene in età avanzata, rimase saldo sul soglio pontificio della Chiesa romana fino alla sua dipartita per chiamata della Casa del Padre, con eroica lucidità mentale, in maniera stoica e con grande spirito di sacrificio profondamente cristiano, come è giusto che sia di esempio a tutti. E in virtù e nelle condizioni paralizzanti del suo corpo bloccato da handicap totale, a seguito di grave malattia permanente e degenerativa.

Considerato che le sue inaspettate dimissioni giungono peraltro alla data odierna dell'11 feb. 2013, dopo 84 anni precisi e in coincidenza della firma ( Mussolini-Gasparri ) stipulata tra l'Italia e la Santa Sede, in merito ai « Patti Lateranensi » ossia gli Accordi di mutuo riconoscimento, da cui la nascita dei rapporti bilaterali, successivamente revisionati nel 1984 che hanno prodotto il «Nuovo Concordato» firmato a Villa Madama in Roma il 18 feb. 1984 dal Presidente del Consiglio On. Bettino Craxi per l'Italia e in rappresentanza della Santa Sede dal Segretario di Stato Agostino Casaroli, attraverso cui la Chiesa di Roma ha beneficiato del finanziamento sull'IRPEF tramite il meccanismo dell'otto per mille, oltrechè alla sua totale autonomia ed indipendenza in relazione alla nomina dei vescovi senza più l'approvazione dell'Italia ecc. ecc.
ebbene, alla luce di tutto ciò, il suo atto di rinuncia all'azione papale, mi lascia alquanto perplesso, come pure credo quella parte di Clero responsabile, nonchè la stragrande maggioranza dei cittadini italiani e dei cattolici cristiani ed ortodossi sparsi in tutto il mondo.

Il mio auspicio e credo anche quello dell'Europa cristiana - sarebbe quello che Lei Santità, da qui alla data ufficiale di dimissioni prevista per il 28 feb. 2013, decidesse di ritornare sui suoi passi, onde evitare divisioni e contrasti nel mondo cattolico e tra i credenti, in maniera tale che la lotta nei confronti dei seminatori di guerra e di discordia sia più incisiva ed efficace.
 
Gianfranco Tauro
Reggio Calabria, 11 feb. 2013
 
PS: La presente missiva l'ho già pubblicata oggi 11 feb. 2013 alle ore 15:00 sul mio diario del mio profilo facebook http://www.facebook.com/gianfranco.tauro 

venerdì 8 febbraio 2013

Un'altra "Praedica Verbum" di Giorgio Napolitano alle gerarchie cattoliche. Come quando recitava da giovane nel 'Teatro degli Illusi'

Il comunista On. Giorgio Napolitano, ormai in panne, si fa autogoal in una sorta di autocatarsi moralista. E lo fa incartandosi su se stesso... E' come un voler cospargersi il capo di cenere, proprio colui che, non avendo il coraggio di dichiarare il proprio pentimento per avere militato dalla fine della 2^ guerra mondiale per quasi 50 anni nel PCI - aderendo poi nel PDS-DS, ma solo perchè nel '90, con la svolta trasformista di Occhetto & Co. alla "Bolognina" sciolsero il vecchio partito - si improvvisa moralista dell'ultima ora e condanna il fallimento del comunismo. Dunque, si accorge adesso, che il materialismo dialettico marxista era ed è una utopia storica. Ma come spiega agli italiani il presidente della Repubblica Napolitano i suoi 50 anni e passa di militanza e adesione alla ideologia comunista? Semplicemente Egli non lo spiega.
 
La sua odierna "Lectio Magistralis" è il "Contributo del Presidente Napolitano alla raccolta di scritti 'Praedica verbum' in onore del cardinale Gianfranco Ravasi". E da che pulpito viene la predica, per uno come Lui che, adesso addirittura - da "comunista pentito" - l'On. Napolitano, quasi a volersi discolpare, si cimenta in acrobazie da trapezista del circo barnum, passando da ateo comunista, in prestito nell'altra sponda delle eminenze cattoliche altolocate, ed insieme a loro recita il solito copione falso-moralista, nel solco dell'arte parolaia fine a se stessa e che non si traduce in fatti concreti quando sono chiamati a rispondere del loro operato. Mi viene in mente la famosa massima, quella per cui si potrebbe tranquillamente urlare tutti in coro e dire: "Predicano bene e razzolano male". Anche se, l'On. Napolitano a dire il vero, non predica neanche più bene, non essendo evidentemente un predicatore clericale di professione.
 
Un discorso lungo e prolisso che avrebbe potuto evitare, nella misura in cui, spara a destra e a sinistra, sia contro il comunismo che contro il nazismo, e qui - sempre nell'ambito delle sue acrobazie iperboliche - si tira un'altra zappa sui piedi, essendo che Lui, da giovane studente universitario militante di destra (intorno all'anno 1942) iscritto nel GUF (Gruppo Universitario Fascista) ed inoltre collaborava con il settimanale 'IX maggio' dove teneva una rubrica di critica teatrale. Cosa dire altro? Lascio ai lettori tutti esprimere il proprio giudizio nei confronti dell'On. Giorgio Napolitano, il quale, avendo preso parte da giovane anche in veste di attore, nel "Teatro degli Illusi", è riuscito suo malgrado, col benestare di USA e GB a diventare presidente della Repubblica Italiana e, prima ancora Ministro degli Interni. Ai contemporanei e ai  posteri l'ardua sentenza. Ardua...si fa per dire.

Gianfranco Tauro